Michele brinda allo stop e fa il martire in diretta

Il titolo voleva essere emblematico: «L`era glaciale». E per gelare subito il clima, più che il
pubblico, Michele Santoro shakera in apertura di puntata, come un barman da discoteca, Silvio
Berlusconi e Bruno Vespa in salsa dolce, ovvero battute e sorrisi su donne e gossip. «Che rapporto ha lei con la festa di San Valentino?», chiede il conduttore di Porta a Porta a Berlusconi. «Uso il computer», dice il premier, «e mando gli auguri a tutte le mie fidanzate». Battuta, dice la mente, ma la scritta non appare. A questo punto appare, invece, Santoro che, con faccia contrita, ammonisce il pubblico di Annozero. «Ecco la televisione che vi toccherà guardare se il re- golamento approvato dalla commissione di Vigilanza sulla Rai sarà applicato», dice Santoro, «a
scanso di equivoci dico subito che ci batteremo con tutte le nostre forze per andare in onda». A
rovinargli questa tesi, rendendo glaciale la faccia degli ospiti in studio è Emma Bonino, candidata
della sinistra alla presidenza della Regione Lazio e strenuo difensore di quanto deciso dallaVigilanza, finendo direttamente sul banco degli imputati. Sola contro tutti: «Non è vero che i programmi saranno oscurati», dice la Bonino, difendendo l`operato di Marco Beltrandi, esponente radicale eletto nelle fila del Pd e membro della commissione di Vigilanza, «viene solo applicata
una legge». Gelo, silenzio, labbra serrate. Lucia Annunziata guarda in basso, Roberto Natale, presidente della Frisi, si arrampica sugli specchi, Paolo Mieli, ex direttore del Corriere Della Sera, perso nei meandri di un ragionamento che nessuno riesce a seguire. Però Santoro continua a fare il martire, vendendo patacche sul rischio di «regime», «sull`arbitro di parte», cita il Milan. Peccato, e qui il gelo tocca l`Everest, che nessuno abbia letto il regolamento approvato dalla Vigilanza. La Bonino lo grida, mostra il cartaceo. Lei lo ha letto, gli altri no, visto che svicolano dilato, scartano, virano verso altri argomenti. Ecco il nodo della questione. Santoro, mai come questa volta, usa il mezzo televisivo per il suo fine, non per fare informazione. Nessuno dice che il Pd, al momento del voto in commissione, è uscito dall`aula. Nessuno dice che la par condicio è una legge fortemente voluta dalla sinistra, difesa e sbandierata come un vessillo di libertà. Nessuno lo dice. Anche in questo caso a dire, gelando lo studio, è la Bonino. «Non mi pare un grande scandalo questo regolamento», afferma l`esponente Radicale, «non dice che lei, Ballarò o Porta a Porta non potrete andare in onda. Dice che per le quattro settimane prima delle elezioni il 50% dei vostri ospiti dovranno essere i candidati alla presidenza delle regioni e per il 50% esponenti di liste politiche che si presenteranno in almeno un quarto delle regioni». Ma una trasmissione soggetta alla par condicio è proprio quello che non vuole Santoro. Lui non vuol fare tribuna politica,, dice.
Lui vuol continuare a fare «gogna politica», con la tv di Stato.
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