“Mia madre frustata 99 volte”

Dalla Rassegna stampa

 

«L'hanno frustata. Hanno eseguito la condanna». E il figlio 22enne di Sakineh, Sajad Ghaderzadeh, a riferire al mondo che la macchina della giustizia iraniana non conosce ripensamenti. Neanche dinanzi all'evidenza di una foto sbagliata pubblicata con tanto di successiva smentita sul Times di Londra, gli inflessibili guardiani della morale iraniana hanno tirato il freno. Cosi ieri mattina, nel carcere di Tabriz dove Sakineh Mohammadi Ashtiani è reclusa da 4 anni e «attende» di essere lapidata per adulterio e concorso in omicidio, i carcerieri sono passati alle vie di fatto. Appunto, 99 frustate.
La colpa è di cattiva condotta, di aver, con il suo comportamento, (una foto senza velo erroneamente attribuita a Sakineh) infangato i costumi islamici. Una scusa per umiliarla, aveva scritto in una lettera due giorni fa Sajad che da settimane da Tabriz cerca di rendere partecipe il mondo al dramma di sua madre. Con alterne fortune. Perché se la mobilitazione, dalle alte sfere politiche sino alla società civile, c'è stata, imponente e rumorosa, dall'altra i risultati sono difficili da misurare. La sentenza della lapidazione in luglio è stata sospesa, non annullata. Tanto che il suo avvocato Javid Houtan Kian ieri parlava di un'esecuzione che può arrivare da un momento all'altro e prefigurava altri scenari drammatici.
«Ci sono 150 donne in attesa di essere lapidate», ha detto sostenendo che la Repubblica islamica vorrebbe far ripartire «la macchina» dopo la moratoria del 2002. Intanto le frustate sono state scoccate, dice Sajad smentendo le parole dell'ex avvocato Mostafei, dalla Norvegia, che invece, citando contatti con il pool di difensori della donna in Iran, sostiene che la punizione non era stata eseguita. Sajad ieri ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al Santo Padre per una mediazione. «Esorto Papa Benedetto XVI - ha detto il giovane - a intervenire per salvare la vita di mia madre». Immediata la risposta: il Vaticano «sta seguendo con molta attenzione» la vicenda, ha fatto sapere una fonte, ribadendo che «siamo sempre contro la pena di morte».
La linea è diventata ufficiale quando padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha parlato di «un intervento attraverso i propri diplomatico». Al riparo dai clamori e rumori mediatici. Si muove apertamente la Farnesina. Il ministro Franco Frattini ha invocato un «gesto di clemenza», sottolineando come questo creerebbe un «clima di fiducia verso Teheran». La Farnesina ha avuto contatti con l'ambasciata iraniana a Roma e la questione Sakineh è stata presa in carico dalla Ue. Troppo attivismo, secondo l'ala oltranzista del regime iraniano. Cosi il quotidiano ultraconservatore Kayhan, lo stesso che aveva insultato Carla Bruni, ha definito Berlusconi «uomo moralmente corrotto. «Il capo della mafia italiana si è unito ai difensori del crimine» scrive Kayhan.

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