Il merito dei maggioritari

Dalla Rassegna stampa

 

Certamente non parleremmo di riforma della legge elettorale (lo ha scritto bene ieri sulla Stampa Michele Ainis) se il tema non avesse fatto irruzione per merito del comitato per l'uninominale e del relativo appello sottoscritto da personalità di estrazione diversa: e giova anche riconoscere il merito dei radicali e di Pannella personalmente.
C'è in effetti voglia di tornare ad una sana competizione «uno a uno» come ha spiegato sempre Ainis chiarendo che «il Porcellum ci ha tolto la possibilità di scegliere i nostri rappresentanti in parlamento». Sbaglieremo, ma secondo noi col passare delle settimane emergerà che in parlamento c'è una maggioranza disposta a cambiare la legge elettorale e che probabilmente alla fine resterà solo Berlusconi a mostrarsi tetragono rispetto all'esigenza di una nuova normativa che ripristini il diritto degli elettori ad eleggere i parlamentari.
Si può infatti ipotizzare che domenica a Mirabello Gianfranco Fini dirà qualcosa sulla questione, lui che da lustri non simpatizza con il proporzionale (salvo, purtroppo, aver sottoscritto la "porcata" calderoliana: ma negli ultimi mesi non avete avuto l'impressione che non intenda più rimanere vittima delle proprie contraddizioni?). E la Lega - lo abbiamo scritto su Europa - potrebbe avere interesse per un sistema uninominale a turno unico che ne esalterebbe ruolo, presenza e originalità, svincolandola maggiormente dall'abbraccio con un Cavaliere più arrancante. È ovvio poi che l'Udc abbia tutto l'interesse a superare l'attuale legge. E anche un Pd postvocazione maggioritaria, come pare acconciarsi, si deve porre il problema di un meccanismo che ne valorizzi la capacità di fare da motore di nuove alleanze.
Dopo di che ci si può confrontare, anche dividendosi, come spiega bene nell'articolo qui sotto Rosy Bindi. La quale, giustamente, ricorda che una scelta l'assemblea nazionale del Pd l'aveva compiuta: il doppio turno alla francese, scelta che si potrà benissimo rivedere ma facendo salvo - a nostro avviso - che le proposte di governo debbano essere sottoposte ai cittadini prima del voto, in omaggio ad una superiore qualità della nostra democrazia. A Bersani spetta l'arduo compito di gestire questa discussione, alla ricerca di una posizione condivisa.
Allo stato dei fatti non è facile fare previsioni sull'esito di questa discussione: sembra però di poter dire che la proposta del sistema tedesco avanzata da D'Alema, in coerenza con l'idea di un sistema politico fondato sostanzialmente su tre poli, se non di più, sia minoritaria. Sta al segretario entrare nel merito, non delle «chiacchiere» ma delle proposte concrete. Ci sarà da discutere, purché si faccia in fretta e si vada alla trattativa con una posizione chiara. E soprattutto unica.
 

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