Meno male che c'è Emma Bonino ministro

Dopo la Germania e la Francia, anche l’Italia aveva alzato il tono di voce, con il ministro della Difesa Mauro, contro l’America: se fossero state confermate le indiscrezioni sui controlli nei nostri confronti ne sarebbe andata a rischio la credibilità stessa dell’alleanza. Per non dire che c’era chi si diceva pronto persino a gettare a mare l’accordo di libero scambio Usa Europa, praticamente l’unica speranza a cui aggrapparsi per la crescita economica. Fra tante dichiarazione insensate che abbiamo letto in questi due giorni, si è levata nitida la voce di Emma Bonino a ricordare le ragioni di amicizia fra Usa e Europa e a confidare sulla bontà delle spiegazioni degli americani. Con questo il ministro Bonino ha già assolto alla sua funzione di governo in maniera utile e determinante e reso un servizio all’Italia e soprattutto all’Europa, che sembrava aver perso la testa. Gli americani ci hanno sempre sorvegliati. Fascismo e comunismo sono nati su questa sponda dell’Atlantico, mica in Oklahoma. Gli americani ci tengono d’occhio almeno dai primi anni sessanta. Kennedy era preoccupatissimo per l’ingresso del Psi nel governo in Italia e andrebbe pure capito, visto che Nenni aveva collezionato premi Stalin. Secondo voi chi lo ha detto a Kissinger che il Pri era all’epoca "un partito piccolo ma influente", come lo ricorda nelle sue memorie alla Casa Bianca? Anche il Pri parlava spesso con gli americani per spiegar loro l’evoluzione della politica italiana e convincerli delle ragioni del primo centrosinistra. Oggi sappiamo degli incontri fra Grillo e l’ambasciata Usa, e anche Grillo fornisce informazioni, a suo modo, agli americani. Quando poi un ministro degli esteri italiano passeggia per Beirut con un leader di Hezbollah, o se Mitterrand si reca sul letto di morte di Arafat, tutto questo nell’America suscita interesse, eccome. Sorvegliavano persino De Gaulle.
Gianni Riotta ha descritto benissimo su "La Stampa" di lunedì scorso quella che è solo una tempesta in un bicchier d’acqua. I servizi segreti esistono, collaborano e, quando non collaborano, rischiano di fare danni. In linea di massima fra leader amici ci si parla, ma può capitare che gli stessi leader non siano al corrente di cosa succede in casa propria ed anche per questo bisogna premunirsi. L’America lo ha sempre fatto, se ora sta esagerando è un’altra questione. Considerati i rischi che corre sul fronte del terrorismo, ha comunque delle attenuanti. E se poi ha qualche dubbio nei confronti della legislazione europea, il solo caso Abu Omar - con i servizi Usa condannati e con loro quelli italiani dalla nostra procura - lo rende lecito. Poi, chi vuole giocare la carta dell’indignazione, chiudere l’accordo transatlantico, o persino ritirarsi dall’Alleanza, può farlo. Ovviamente a quel punto gli americani ci spierebbero davvero, con maggior diffidenza, e russi e cinesi se ne avvantaggerebbero. Ma abbiamo come l’impressione che dopo la dichiarazione del ministro Bonino, tutti si daranno una calmata.
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