Il Masianello delle libertà "impossibili"

Dalla Rassegna stampa

Giorgio Fidenato, nel frattempo, coltiverà anche mais ogm. Lo farà grazie  una recentissima sentenza del Consiglio di Stato che vede coinvolta Futuragra, l`associazione di agricoltori friulani divenuta però famosa in tutta Italia, sempre grazie al suo presidente, Fidenato appunto, per un`altra battaglia ormai proverbiale: quella contro il sostituto d`imposta. La prima semina di mais ogni dovrebbe avvenire nell`aprile del 2010. Ne ha parlato Radio Radicale e, diffusamente, se ne
può apprendere tramite il militantissimo sito del Movimento libertario, animato, ancora una volta da quella strana coppia formata dal lombardo Leonardo Facco, vecchia conoscenza di queste pagine e proprio da Giorgio Fidenato, cuore friulano ma ormai assurto al ruolo di beniamino anche dal rugantino romanesco che è il simpatico Enrico Montesano.
Fidenato e le sue battaglie, dunque. Dal sostituto d`imposta al mais Ogni. Partite che si stanno giocando su campi diversi eppure in tempi simili. La prima udienza di rilievo sul sostituto d`imposta, infatti, dopo il rinvio di novembre, c`è stata il 28 gennaio. Fidenato l`aveva anticipato a noi del Secolo a dicembre, quando avevamo parlato della sua terra, il Friuli, isola felice per molti libertari. Fino ad allora ancora non si era mosso nulla: «Siamo in trepidante attesa di cominciare la vera battaglia» ci aveva detto all`epoca. Ora il primo tempo della partita c`è stato. Il giudice ha voluto ascoltare Fidenato e i suoi, acquisito nuovi atti in merito alle eccezioni di incostituzionalità
presentate dall`imprenditore, aggiornando l`udienza per il pronunciamento definitivo al primo di aprile nel quale si saprà se la causa approderà a Roma alla Consulta.
«Speriamo non sia un pesce» hanno commentato tutti, vista la data, Fidenato in testa.
Nessuno ancora sapeva che, invece, sarà, quasi certamente, un seme di mais ogni a fare da testimone in quello stesso periodo. Come hanno detto poi altri giudici, ribaltando una sentenza
del Tar del Lazio che metteva il veto. E proprio il primo giorno di aprile, mentre Silvano
Dalla Libera, vicepresidente Futuragra, trepiderà di fronte ai suoi nuovi semi, aspettando
di poterli mostrare agli studenti delle scuole, come intende fare, Fidenato e il Movimento
libertario di Leonardo Facco saranno di nuovo in tribunale a Pordenone dove sarà detta
l`ultima parola su quei soldi non versati nelle casse dello Stato a partire dal gennaio 2009
ma consegnati al lordo ai sei dipendenti di Futuragra.
Finché l`Inps per prima non se n`è accorta.
A interpretare il ruolo di gabelliere a titolo gratuito, per dirla infatti coi verbi di Fidenato, secondo le leggi vigenti dal `35, su per giù gli anni di fondazione del mastodontico ente previdenziale nazionale, deve essere solo e soltanto l`imprenditore, salvo doversela vedere, come sta capitando a Fidenato, in sede giudiziaria. Ciò che, però, dà a questa storia una trama tra il fantasy e il futurismo, è l`ardore che Fidenato ci mette. Anche solo nel raccontarla daccapo, come ha fatto, con la stessa passione e forse per la milionesima volta di fronte al taccuino del Secolo d`Italia.
Il primo ostacolo, dunque, è l`Inps che, ci ha spiegato in poche parole Fidenato, tiene il mitra
spianato tutti i mesi. Se vede che dall`azienda non giungono più contributi aziona le sue leve sanzionatorie. «L`Agenzia delle Entrate ancora non si è mossa. Ora vedremo come andrà a finire. Il richiamo, comunque, da parte loro lo avremmo nel momento in cui si compilerà la dichiarazione dei redditi». L`Agenzia delle Entrate, in verità, è già formalmente venuta a conoscenza della vicenda. Alcuni dipendenti, infatti, come detto, hanno tentato di effettuare autonomamente i versamenti, ricevendo un diniego con l`avviso che in ogni caso alla scadenza dovranno ricordarsi di pagare le tasse. Attorno a quello ormai conosciuto come il "caso-Fidenato" si è creato un movimento politico trasversale. Partecipano alla crociata antistatalista: radicali di varia natura, movimenti veneti e federalisti vari. «La nostra è una battaglia non nuova»spiega infatti Fidenato, «da anni è sulla bocca di molti partiti e movimenti». Dieci anni fa, infatti,
il Partito Radicale raccolse e presentò alla Corte Costituzionale sedici milioni di firme per presentare un referendum su una ventina di quesiti, tra i quali uno recante la materia
dell`abolizione dell`imposta». La Corte Costituzionale, però, respinse molte delle istanze dei radicali, riducendo a sette il numero di quesiti per il referendum ed eliminando quello per l`abolizione del sostituto d`imposta. «Antonio Martino mi ricordò una volta - racconta Fidenato - che l`abolizione del sostituto d`imposta era nel primo programma di Forza Italia, quello liberista e libertario del 1994. Lo stesso allora leader di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, ne parlò in un congresso dell`Ugl, e anche Giulio Tremonti in un suo libro definì il sostituto d`imposta al pari delle antiche corvée medievali, del lavoro offerto gratuitamente al signore feudale amo` di tassa.
La stessa Lega Nord nel 2007 presentò una proposta di legge di iniziativa popolare. Nessuno,
però, fino ad oggi, prima di noi, è andato fino in fondo. L`obiettivo è arrivare in Corte Costituzionale. Nell`udienza, infatti, abbiamo sollevato l`eccezione di incostituzionalità. Il giudice
del lavoro dovrà riconoscere che ciò non è infondato». E gli altri imprenditori del Nordest?
Cosa ne pensano? Che messaggi lanciano a Fidenato? «Da singoli imprenditori ho avuto parecchi
attestati di stima. Altri volevano partecipare all`impresa ma io ho detto a tutti che è meglio fare una battaglia singola, unire le forze morali e magari anche materiali per le spese della causa. Farne molte sarebbe uno spreco di denaro. Dalle associazioni grandi di industriali e artigiani, invece, non c`è stata nessuna adesione. Evidentemente ci sono interessi a lasciare tutto com`è. A parte ciò, quello che interessa a noi è essere liberati da un impegno che porta via energia e risorse». Risorse, appunto. Il libertario Giorgio Fidenato lo sa meglio di chiunque altro e alla fine lo dice chiaro: «Vincere questa battaglia comporterebbe una rivoluzione nei rapporti sociali.
Basti pensare alle tessere sindacali i cui benefici vengono incassati tutti con il sistema del
sostituto d`imposta. Quindi se passa il criterio che il sostituto d`imposta è incostituzionale,
ogni sindacato dovrà andare dai suoi associati a proporre direttamente il tesseramento proprio
come facciamo noi di Futuragra che ogni anno andiamo a confrontarci con i soci».
Un altro anello nella lancia del nostro Fidenato è il tema della inconsapevolezza: «Persino
l`ex ministro prodiano Vincenzo Visco racconta al Secolo - dopo esser venuto a conoscenza
della nostra battaglia si è dovuto chiedere come sia possibile che gli italiani non facciano
la rivoluzione. Forse, si è risposto, ci si salva proprio per l`ignoranza nella quale vengono
tenuti i lavoratori. Qualcosa che la Costituzione evidentemente non permette...». Da cui
le eccezioni e l`auspicio di Giorgio Fidenato che a dire l`ultima parola siano i giudici del Palazzo
della Consulta: «Mi sono convinto, da libertario quale sono, che i cambiamenti non passano
attraverso il Parlamento. È ora, dunque, che a tornare protagonista sia finalmente il diritto,
ciò che viene addirittura prima delle leggi. Io ho messo quattro anni a trovare un avvocato
che sapesse parlare di diritto. Ora che ce l`ho voglio fare in modo che la Corte Costituzionale
decida a favore dei diritti fondamentali dell`uomo». Perché in fondo l`obiettivo libertario
per eccellenza, a prescindere dal campo d`azione, resta la libertà individuale nella piena consapevolezza. Due elementi che ancora troppe volte lo Stato nega per legge.

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