Masi prepara un processo Rai contro Annozero

La notte speciale di Michele Santoro dal Paladozza di Bologna contro i bavagli e la censura berlusconiana è ancora in bilico. Almeno per quanto riguarda l'attesa diretta su Rainews24, il
canale guidato da Corradino Mineo. Il verdetto definitivo arriverà infatti stamattina dai piani alti di Viale Mazzini. Il direttore generale Mauro Masi consulterà per l'ultima volta l'ufficio legale
della Rai e poi si pronuncerà. La decisione più probabile è quella di garantire solo delle finestre informative per problemi di par condicio e palinsesti.
Ma la novità è un'altra: sull'intera questione Santoro, cioè dal suo rientro in Rai a oggi dopo l'esperienza da europarlarnentare, Masi avrebbe chiesto una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione. L'annuncio tra le pieghe del lungo intervento del dg nel cda convocato ieri mattina per discutere delle intercettazioni dell`inchiesta di Trani, che coinvolgono il direttore del Tgl Augusto Minzolini e lo stesso Masi.
Insomma una mossa a sorpresa del dg: da potenziale "imputato" per le intercettazioni di Trani ha risospinto Santoro nella condizione di pietra dello scandalo. Un'«anomalia» da affrontare con un consiglio apposito. Del resto, rispetto alle previsioni della vigilia, Masi è uscito rinforzato dal cda di ieri, iniziato di mattina poi sospeso per una pausa e terminato quando era già buio, dopo le diciotto e trenta.
L'intervento del dg ha occupato tutta la prima parte delle riunione. Due ore di difesa a tutto spiano. Risultato: «Andrò avanti, ho sempre rispettato le regole. Per me contano gli atti e i fatti aziendali. Mi sono sempre comportato nel pieno rispetto delle regole. Ho mandato in onda tutte le trasmissioni, cercando soltanto di garantire la loro conformità alle normative vigenti. Ho sempre cercato di garantire il massimo del pluralismo e dell'equilibrio nell'informazione».
Ha anche ricordato di aver proposto, «in un'ottica di rinnovamento», la nomina a direttori di «persone come Minzolini, Orfeo, Bianca Berlinguer, Maccari, De Paoli, Preziosi». E il Masi che «prende ordini da Berlusconi» come ha detto lo stesso Santoro? Finirà a querele probabilmente.
Sul caso delle intercettazioni di Trani, il dg ha deciso una linea dura e intransigente che ha incassato il sostegno dell'intera maggioranza di centrodestra con l'aggiunta dell'Udc.
Un'altra notizia, alla luce delle voci che riferivano di contraddizioni interne del Pdl pronte a esplodere sul nome di Masi. Persino il falco azzurro Verro, considerato uno dei maggiori critici del dg, si è speso a suo favore. Non solo. Fonti di Viale Mazzini raccontano che l'opposizione del Pd è stata meno virulenta di quella temuta, con la richiesta di dimissioni. E così, quasi alle sette di sera, l'esito del cda è stato quello di richiedere gli atti a Trani e solo dopo, eventualmente, di decidere l'audit, ossia l'inchiesta interna della Rai. Una procedura che lo stesso Masi si è intestato nel suo intervento, ricordando di aver già chiesto le carte alla procura pugliese.
Questo il commento di Rizzo Nervo, uno dei due consiglieri del Pd: «A differenza di quanto è avvenuto al Csm e all'Agcom le intercettazioni pubblicate in questi giorni sui quotidiani non sono state ritenute sufficienti dal consiglio di amministrazione della Rai per avviare un'istruttoria da affidare all'Internal auditing». Rizzo Nervo accusa soprattutto Garimberti: «Nel cda tutti, compreso il presidente, sono stati invece d'accordo nel limitarsi a richiedere alla procura di Trani gli originali delle intercettazioni per poi eventualmente decidere come affrontare il caso. Sembra incredibile ma la decisione è stata proprio questa. Di fronte ad una vicenda che ha riempito le
cronache dei giornali ed ha ferito l'immagine del servizio pubblico, si è deciso in sostanza di prender tempo. Quando non riesce a prevalere neanche un minimo di buon senso si può soltanto rimanere sbigottiti e sconcertati».
La replica del presidente non si è fatta attendere: «Non capisco lo sbigottimento di qualcuno: chiedere un audit sul direttore generale in questo momento, visto che il consiglio non lo avrebbe autorizzato, avrebbe voluto dire chiudere definitivamente la vicenda senza accertare i fatti. Prima le carte dunque, poi eventualmente l'audit: questa era l'unica via corretta e pragmaticamente percorribile tenuto conto anche che è la prima volta che un audit potrebbe riguardare un direttore generale».
La compattezza della maggioranza, poi, si sarebbe sfarinata subito dopo sul piano dell'offerta tv 2010-2012 che rende ancora vago e fumoso il ruolo di Ruffini, annunciato direttore dei nuovi canali. Un piccolo scoglio nelle acque di colpo tranquille del centrodestra.
Primum, Santoro. Poi il resto. E oggi, appunto, Masi annuncerà che Rainews24 potrà fare solo delle finestre informative su Raiperunanotte.
Un orientamento già manifestato, peraltro, nel cda di ieri, rispondendo a una domanda di Verro.
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