Marya e gli atri invisibili: "Ora siamo tutti a rischio"

Marya ha perso il lavoro. Ha fatto prima la colf, poi la badante in alcune famiglie napoletane. Un anno fa, è stata licenziata. Oggi è un'irregolare e lavora in nero. Sempre in casa di italiani, ma senza contratto. Suo marito è rimasto in Moldavia. Marya oggi è a rischio espulsione, anche in base alla sentenza della Cassazione: per salvarsi, infatti, non le basterà dimostrare di avere una figlia piccola, che frequenta regolannente la scuola. Come Marya e sua figlia, sono
tante le famiglie "invisibili" in Italia. In aumento, soprattutto per colpa della crisi economica. Quante? Un dato aiuta a capire: nel terzo trimestre del 2009, i disoccupati stranieri sono aumentati del 44%. Per l'immigrato regolare la perdita del lavoro significa anche perdita dei documenti in regola: una volta licenziato, infatti, ha un permesso per attesa occupazione di soli sei mesi, trascorsi i quali diventa clandestino, buono per l'espulsione.
«Ora ci sentiamo tutti in pericolo», confessa Marya. «E' un'ingiustizia. Chi ha perso il lavoro dovrebbe essere assistito così come avviene per gli italiani sostiene Pino Gulia, responsabile del servizio immigrazione del patronato Acli - perché non è giusto che il loro percorso d'integrazione si blocchi solo per colpa della contingenza economica». Gulia nel suo lavoro al patronato ha intercettato molti nuclei familiari a rischio, «per i quali bisogna trovare meccanismi di supporto alla loro permanenza in Italia, senza arrivare al loro allontanamento». Ad Aly e sua moglie, invece, è andata bene. Arrivati dall'Africa, hanno chiesto asilo in Italia. A Como i loro due figli minorenni sono stati assistiti dalle Acli e inseriti nella scuola dell'obbligo. Poi la loro domanda d'asilo è stata respinta. Aly e sua moglie da richiedenti asilo sono diventati irregolari. Il patronato delle Acli ha fatto ricorso, con successo: il giudice ha considerato preminente l'interesse dei bambini eha chiesto al questore di concedere un permesso di soggiorno per motivi familiari ad Aly e sua moglie. «I casi di irregolari con figli minorenni in Italia sono frequenti conferma
Marco Paggi, avvocato dell'associazione di studi giuridici sull'immigrazione - ma non è un fenomeno massiccio. Proprio per questo sarebbe opportuno prevedere percorsi di regolarizzazioni caso per caso per chi ha un figlio minorenne, non ha precedenti penali, ha un alloggio idoneo, lavora, ma non è in regola. Oggi invece si chiede ai giudici di risolvere una questione che spetterebbe alla legge affrontare con ragionevolezza».
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