Maroni: poteva scapparci il morto

Dopo gli scontri di piazza, è la politica ad incendiarsi: Le opposizioni puntano l'indice contro la gestione delle forze dell'ordine che avrebbero dovuto impedire il «sacco di Roma». La polemica coinvolge il mondo delle banche e dell'impresa. «Vediamo che alcuni banchieri e un industriale manager ieri si sono affrettati a solidarizzare - ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera - con gli indignati, non sappiamo se per complesso di colpa o se per indirizzare solo sulla cosiddetta classe politica le responsabilità della crisi in corso». Parole di fuoco, forse indirizzate anche al governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Sabato il futuro presidente della Bce aveva dato ragione ai «ragazzi indignati che scendono in piazza». E l'ultracomunista Paolo Ferrero aveva replicato: «È una vera presa in giro. È come se il mostro di Marcinelle solidarizzasse con le sue vittime». È comprensibile l'ironia politica del leader di Prc. Ma come spiegare l'affondo del capogruppo del Pdl alla Camera? Domenico Scilipoti, deputato dei Responsabili, ha parlato più esplicitamente di «infiltrati violenti nella manifestazione di ieri delle lobby bancarie». Anche il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha toccato indirettamente lo stesso tema: «Contro gli speculatori finanziari e i provocatori visti in azione ieri, la risposta è che l'Italia riprenda in mano il suo destino e la sua dignità per evitare di finire come la Grecia». Nebbie, allusioni, sospetti, ma sul punto nessuno ha inteso spiegare di più.
Ben più «limpida» è invece la polemica sulle responsabilità per quello che è accaduto. Le forze dell'ordine sono state encomiate da elogi bipartisan, ma non altrettanto è accaduto per la gestione dell'ordine pubblico da parte del governo. Un «grazie» istituzionale agli uomini in divisa è venuto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, mentre il suo braccio destro nel Fli, Italo Bocchino, ha chiesto all'esecutivo di «spiegare come è stato possibile che un numero così elevato di teppisti sia passato inosservato al controllo preventivo del ministero dell'Interno». Di .«giornata nera per la democrazia» ha parlato Pierferdinando Casini, mentre il capogruppo dell'Idv al Senato, Felice Belisario ha intimato al ministro Maroni di «assumersi le sue responsabilità».
Il destinatario della polemica non ha raccolto la provocazione e si è limitato ad esporre i fatti: «Sabato si è evitato che ci scappasse il morto. Il rischio era concreto perché i violenti si sono volutamente fatti scudo dei corteo». È stato evitato «grazie alle forze dell'ordine», ma ora «voglio che gli autori di queste violenze, veri e propri criminali, paghino in modo esemplare».
Intanto, il capo della polizia, Antonio Manganelli, lavora ad una nuova strategia per neutralizzare i violenti nelle manifestazioni. Ne parlerà domani lo stesso Maroni nell'informativa al Senato sui fatti di sabato dove «illustrerò le iniziative che intendo assumere per evitare che quanto accaduto ieri possa tornare a ripetersi in futuro». Il ministro ha chiesto «che vengano visionate attentamente le immagini» in modo da punire gli autori dell'«inaudita violenza». Qualcosa va però cambiato nella gestione delle grandi manifestazioni che l'altro ieri, così come il 14 dicembre, sono finite ostaggio dei «professionisti della violenza».
Dalle forze di polizia emerge, però, forte il malcontento. I sindacati scenderanno in piazza domani per protestare, spiega Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, «contro il governo che, appena due giorni fa, col ddl stabilità, ha tagliato altri 60 milioni di euro proprio sui capitoli di bilancio dedicati all'ordine pubblico e alle missioni».
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