Maroni: norme speciali anti black bloc

Antonio Di Pietro, leader Idv, invoca una riedizione rivista e corretta della norma sull'ordine pubblico del '75 associata addirittura al suo nome («Legge Reale 2 alias Di Pietro»), che «preveda arresti e fermi obbligatori e riti direttissimi con pene esemplari». Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, Lega, si dice «per la prima volta d'accordo» con lui. E annuncerà oggi al Senato nuove norme anti-nerovestiti che «consentano - ha spiegato - alle forze dell'ordine di prevenire più efficacemente violenze come quelle di sabato». Un modo, questo, che consente al titolare del Viminale di rispondere all'attacco del sottosegretario della Difesa Crosetto, pdl, che accusa: «Un magistrato ha rimesso in libertà 4 black bloc fermati dalla polizia». Subito dopo è lite nel Pdl su chi ha avuto prima l'idea. Osvaldo Napoli, vicecapogruppo dei Deputati: «Di Pietro scopre l'acquafresca, me l'ha copiata». Daniela Santanché, sottosegretario: «L'ho detta prima io».
Ma al di là della primogenitura dell'idea, è polemica fra maggioranza e opposizione sull'opportunità di tornare alla legge Reale. Il vicepresidente del Csm, MicheleVietti, s'è detto «contrario a legiferare sull'onda dell'emotività. Questo produce una legislazione contraddittoria e inefficace». L'ex ministro Andrea Ronchi «propone la chiusura dei centri sociali», proposta ripresa a Torino dalla Lega che chiede al sindaco di «sgomberare i centri Askatasuna e Gabrio». Contrario Pannella che ricorda di «essere pronto a combattere, come fatto 30 anni fa, quelle misure». La linea del Pd l'ha impartita il suo presidente, Rosy Bindi: «Si a misure ad hoc per colpire i violenti, ma senza mai sospendere le garanzie costituzionali». «Si tratta di provvedimenti che hanno compresso irrimediabilmente le libertà di tutti e hanno un sapore antidemocratico» ha aggiunto il pd Ignazio Marino. Tutta demagogia, taglia corto l'Udc: «Tutti invocano sanzioni più dure - dice Pier Ferdinando Casini - ma nessuno pensa alle forze dell'ordine e ai tagli della sicurezza». «Per un evidente complesso di colpa - critica il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario - Maroni coglie la palla al balzo e si affretta a mettere il cappello sulla nostra iniziativa, ma ormai non ha la credibilità necessaria per garantire, dopo anni di promesse mai mantenute e completi fallimenti, la stessa saggezza di un intervento equilibrato e democratico che è nella nostra proposta.
Il dibattito politico avviene mentre a Roma il sindaco Alemanno ha firmato ieri sera un'ordinanza che vieta per un mese lo svolgimento di cortei in tutto il I Municipio. E mentre in tutta Italia proseguono le indagini nei confronti dei presunti responsabili delle devastazioni che, per il procuratore aggiunto di Roma Saviotti, «rischiano da 3 a 15 anni di carcere».
Polizia e carabinieri (Digos e Ros) hanno effettuato in tutta Italia decine di perquisizioni negli ambienti dell'anarco-insurrezionalismo che tuttavia al momento non hanno portato a grandi risultati. Controlli anche a Palermo e Napoli dove sono state perquisite case di studenti e dirigenti sindacali con la scusa di ricercare armi. Ma il blitz che non ha portato ad arresti è la prima risposta dello Stato alle violenze di sabato in vista dell'informativa che il ministro Maroni farà domani al Senato. Ed è molto probabile che nei prossimi giorni, quando l'analisi dell'enorme mole di video e foto che stanno arrivando alla polizia avrà fornito qualche risposta più chiara sull'identità di chi ha partecipato agli scontri, scatteranno fermi e arresti.
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