Mario Staderini. Referendum: 6 firme per risparmiare 15 miliardi

"Vogliamo riformare lo Stato, facendo guadagnare alla comunità almeno 15 miliardi tra minori spese e nuove entrate".
Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, spiega così i sei nuovi referendum che il suo partito depositerà oggi presso la Cassazione.
Staderini, altri referendum. Servono ancora?
Eccome. La Costituzione ha consegnato ai cittadini due schede: quella elettorale e quella per i referendum. E poi, in un momento di crisi come questo, la democrazia va radicata con nuove idee Veniamo ai quesiti. Il primo è su un tema storico dei Radicali, di cui ora parlano tutti, ovvero i finanziamenti e i rimborsi ai partiti. Vogliamo abolirli, cancellando la legge dello scorso luglio che li aveva solo ridotti. Devono rimanere possibili solo le donazioni.
Il secondo referendum è sull'otto per mille. Va abrogata la norma che ridistribuisce tra le confessioni religiose i soldi di chi non ha espresso una scelta sulla dichiarazioni dei redditi. Parliamo del 60% degli italiani e di circa 600 milioni. Quei soldi devono restare allo Stato.
Andiamo avanti. Parliamo di stupefacenti.
Noi vorremmo la legalizzazione delle droghe leggere, ma l'adesione dell'Italia a trattati internazionali, di fatto, non la permette. E allora con il terzo referendum puntiamo a cancellare la reclusione sino a sei anni per i reati "di lieve entità". Per capirci, dall'auto coltivazione di marijuana al possesso di modiche quantità, a cavallo tra il possesso e il piccolo spaccio. Come si definisce la differenza? La giurisprudenza è variabile. Quel che è certo sono i numeri: 28mila detenuti per droga, di cui quasi la metà proprio per reati di lieve entità. Abolendo la detenzione per questi fatti svuoteremmo penitenziari stracolmi, e si risparmierebbe moltissimo. Quanto? Tra le varie voci, sino a un miliardo. Ma la legalizzazione potrebbe valerne dieci.
Siamo al terzo e al quarto quesito.
Sono entrambi sull'immigrazione. Innanzitutto, va abolita la norma che prevede la permanenza dei migranti nei Cie per un massimo di 18 mesi. Vogliamo ridurla a 60 giorni, per motivi etici ma anche economici: tenerli per un anno e mezzo in quei centri costa moltissimo. Poi va facilitata la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Con le norme volute da Maroni, sono necessari tanti requisiti: da un reddito minimo a case di una certa metratura, sino al superamento di un esame di italiano. Il quarto quesito vuole rimuovere questi ostacoli.
Vantaggi?
Regolarizzare 500mila lavoratori irregolari porterebbe allo Stato 3 miliardi di nuove tasse.
Il sesto quesito, l'ultimo.
È sul divorzio breve. Vogliamo cancellare la follia tutta italiana dei tre anni di separazione prima del divorzio.
Chi vi aiuterà per raccogliere le 500mila firme?
Oggi depositiamo i quesiti per una "chiamata alla raccolta", rivolta a tutti i riformatori. Ci diamo un mese di tempo per allargare il fronte dei promotori, e poi iniziare a raccogliere le firme. Speriamo innanzitutto nel sostegno dei cittadini.
Da oggi, potranno aiutarci e trovare informazioni grazie al sito www.lisostengo.it
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