Marco Pannella: Passerò il Natale a Castrogno

Marco Pannella verificherà le condizioni del carcere. Il detenuto nigeriano è morto per un tumore al cervello.
Il detenuto nigeriano supertestimone del presunto pestaggio al carcere di Teramo è morto per una neoplasia. Un tumore al cervello accertato nell’autopsia svolta ieri pomeriggio dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra. Esclusa la tesi della morte violenta, resta alta l’attenzione della Procura su come è stato trattato a livello sanitario il detenuto. Intato Marco Pannella passerà il Natale al carcere di Castrogno. L'esponente radicale lo ha annunciato ieri con una telefonata a "La Città", in cui ha detto di voler prestare fede alla promessa fatta proprio a settembre, in occasione di un'altra tragica morte di un detenuto africano, suicida in cella per l'incapacità di sopportare l'accusa di pedofilia nei confronti di una ragazza disabile. Il radicale teramano manifesterà con la sua presenza fisica davanti ai cancelli del carcere teramano la necessità di porre rimedio alla pessima situazione delle carceri italiane e sulle loro condizioni "ai limiti dell'umano".
UNA MORTE EVITABILE?
«Sarebbe utile sapere perche' il Ministro della Giustizia non risponde alle interrogazioni radicali. Il fatto che non abbia risposto all'interrogazione che abbiamo presentato in seguito alla visita di sindacato ispettivo effettuata il 2 novembre scorso nel carcere Castrogno, e' molto grave perche', forse, si sarebbe potuta evitare l'ennesima tragedia, cioe' la morte del giovane nigeriano che molto probabilmente era stato testimone negli accertamenti relativi al presunto pestaggio che ha poi portato alla sospensione del comandante di reparto". Lo dice Rita Bernardini, deputata radicale-Pd e componente della Commissione Giustizia. "Un carcere - osserva la deputata - senza direttore, dove sono stipati 400 detenuti in spazi che potrebbero contenerne 230, dove gli agenti in servizio sono solo 155 a fronte di una pianta organica che ne prevede 203, dove gli educatori sono solo 2, dove il medico di turno rivela che oltre il 50 per cento dei reclusi e' malato e che tantissimi sono coloro che sono affetti da malattie psichiatriche del tutto incompatibili con il regime di detenzione e dove l'assistenza psichiatrica e psicologica e' pressoche' nulla. Un carcere - aggiunge Bernardini - dove le celle sono malmesse, fredde e umide; celle in cui i detenuti sono costretti a stare tutto il giorno perche' non e' prevista alcuna attivita' trattamentale. Persino il cappellano manca a Castrogno. Verrebbe da dire 'dimenticato da Dio e dagli uomini' ma, chiamare in causa il Creatore, di fronte all'inefficienza e all'indifferenza delle istituzioni, siano esse civili o religiose, sarebbe veramente arbitrario. Ministro Alfano, te lo abbiamo gia' chiesto: cosa intendi fare di fronte ad una situazione carceraria che esplode? Di fronte a morti cosi' poco 'naturali', come le definiscono i tristi e burocratici bollettini di morte provenienti dalle carceri? Il ragazzo nigeriano che ha lasciato la comunita' dei viventi era tossicodipendente, depresso e percio' fortemente vulnerabile; soprattutto, aveva la grande colpa di avere ancora occhi per vedere cio' che non avrebbe dovuto vedere. Ma in quel carcere sarebbe stato giusto e opportuno non continuasse a stare".
NUOVO APPELLO AD ALFANO
Il Ministro della Giustizia, Angelo Alfano, "si adoperi per fare piena luce sulla morte di Uzoma Emeka". Lo chiede Flavio Arzarello, coordinatore nazionale della Fgci, l'organizzazione giovanile del PdCI - Federazione della sinistra. L'autopsia sul corpo di Uzoma è prevista per oggi pomeriggio. "Il detenuto sarebbe deceduto in circostanze misteriose nell'ospedale civile di Teramo - aggiunge Arzarello - c'é materia per intervenire e per fare dovuti accertamenti. La verità prima di tutto, solo e semplicemente la verità. In un Paese la civiltà si misura dalla capacità con cui viene garantita vivibilità all'interno delle carceri".
TROPPI MORTI IN CELLA
Chiedo al ministro Alfano di aprire al piu' presto un'indagine nel penitenziario per agevolare l'inchiesta della Procura di Teramo". Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha presentato un'interrogazione parlamentare riportando dati delle associazioni per i diritti dei detenuti Ristretti Orizzonti e Antigone, secondo le quali "il numero de detenuti cresce di 1000 al mese, con un trend che portera' presto la popolazione carceraria a 70 mila detenuti, mentre nella meta' del 2012 potrebbe toccare le 100 mila unita'. Quasi il 65 per cento di tutti i detenuti ha un residuo di pena inferiore ai 3 anni. Nel 2008, a fronte di 121 decessi complessivi, i suicidi sono stati 42". "Si tratta - spiega Ferrante - di dati drammatici, nel contesto dei quali si colloca anche la notizia sopraggiunta oggi. "Chiediamo ad Alfano di riferire in Senato sulla consistenza del fenomeno delle morti nelle prigioni. Servono fondi adeguati per migliorare le condizioni di vita sia delle guardie che dei detenuti. Vogliamo sapere dove e quando saranno realizzati i nuovi penitenziari del 'Piano carceri'".
"ABBANDONO TERAPEUTICO"
L'Associazione per le libertà "A buon diritto", il detenuto Uzoma Emeka sarebbe morto a causa di un tumore al cervello. "Se questa diagnosi venisse avvalorata dall'autopsia - ha detto il presidente dell'associazione, Luigi Mancino, prima dell'autopsia che ha confermato la neoplasia al cervello - si avrebbe la conferma del grave stato di 'abbandono terapeutico' nel quale versava Uzoma e nel quale versa l'intero sistema penitenziario italiano". Manconi afferma che "48 ore prima del malore che ha portato infine Uzoma Emeka - con colpevole e gravissimo ritardo - al ricovero in ospedale, il detenuto già si era sentito molto male. Dunque, i segnali di una condizione particolarmente compromessa, in un soggetto tossicodipendente e depresso, erano già tutti riconoscibili. Ma il carcere di Teramo è, sotto tutti i profili, un autentico disastro. Effettivamente già nelle scorse settimane il nigeriano aveva avuto dei mancamenti, svenendo anche sotto la doccia della cella, spia evidentemente di alcuni problemi fisici. Pare che nei giorni scorsi fosse stata presentata la richiesta di permesso per poter trascorrere il giorno di Natale in famiglia: da qui l’interrogativo dei familiari “Perché la gioia di uscire dal carcere e trascorrere insieme quel giorno avrebbe dovuto lasciare posto all’uso di anti-depressivi? Che motivo aveva?” Tra i dubbi che sarebbero stati sollevati, la notizia che il detenuto possa essere stato vittima nei giorni scorsi di un’intossicazione. L’autopsia ha chiarito le cause dell’arresto cardio-circolatorio che ha stroncato il giovane ad un paio d’ore dal ricovero nell’infermeria interna di Castrogno dopo il malore avvertito nella mattinata: neoplasia, tumore maligno al cervello. Inutili i tentativi di rianimazione al Pronto Soccorso del Mazzini.
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