Maratona pro-Israele Se non ora, quando?

Sarà anche vero, come dicono Pannella e Bordin, che stavolta la manifestazione di Fiamma Nirenstein "Per Israele e per la verità" è un po' sbilanciata per la causa del popolo ebraico. Ma quando nell'arco di una settimana si assiste, nell'ordine, ad "Amnesty international" che definisce Israele uno "stato feccia" (per bocca del suo presidente Frank Johanssonn, a Helsinki), a barzellette inopportune a destra e a manca sugli ebrei, a Ciarrapico che commette quel po' po' di gaffe al Senato con la storia della "kippah ordinata da Fini", e, last but not last, al sindaco letizia Moratti, che, magari in perfetta buona fede, invita il sindaco di Hamas di Gaza, Majed Abu Ramadan, a Milano per parlare di pace con altri sindaci israeliani e palestinesi (dimenticando che da quattro e passa anni il caporale Gilad Shalit è tenuto prigioniero dentro il territorio da lui amministrato), ce n'è a sufficienza per affermare che la maratona oratoria pro Israele, cui aderisce anche Roberto Saviano, viene al momento giusto e al posto giusto.
Si tratta infatti dei primo evento europeo, bipartisan, contro la menzogna anti-israeliana istituzionalizzata. All'incontro sono iscritte a parlare, per un massimo di 5 minuti ognuno, più di ottanta personalità, tra politici, intellettuali e artisti da tutta Europa. Aprirà la manifestazione José Maria Aznar, presidente dell'associazione "Friends of Israel" ed ex primo ministro spagnolo. Oltre a Fiamma Nirenstein, giornalista e deputato, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, e allo scrittore di "Gomorra", Roberto Saviano, saranno della partita i "soliti noti": dal direttore de "Il Foglio", Giuliano Ferrara, al filosofo francese Shmuel Trigano, al parlamentare europeo olandese Bastiaan Belder e a quello tedesco della Spd Gert Weisskirchen, passando per il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, per il professore e scrittore Giorgio Israel, i giornalisti Giuseppe Caldarola, Angelo Pezzana, Daniele Scalise, Carlo Panella. Presenzieranno e parleranno anche il produttore di eventi musicali David Zard e Anita Friedman, presidente di "Appuntamento a Gerusalemme". Era notizia di ieri che anche l'Università di Londra si accoderà al conformismo di boicottare la ricerca israeliana. Eppure "Haaretz" e "The lancet" pochi giorni fa hanno reso noto che proprio alcuni scienziati israeliani avrebbero messo a punto una cura forse definitiva contro l'Aids. Un peptide che in vitro ha ucciso la molecola del retrovirus. E a distanza di due settimane, senza fare nuove applicazioni, l'Hiv non sarebbe risorto dalle sue ceneri.
L'implicazione di una simile scoperta, visto che oramai è un dato acquisito che il vaccino non funziona e non funzionerà mai, è alla portata anche di chi non vuole riconoscere a Israele il proprio ruolo nella comunità internazionale. Dovesse questa scoperta scientifica andare avanti sarà certo più difficile boicottare i prodotti israeliani anche da parte di personaggi come quelli di Info Pal o di Forum Palestina. quali ultimi, avendo con disappunto appreso che lo scrittore Roberto Saviano presenzierà con un video messaggio alla manifestazione della Nirenstein, non "hanno esitato a definirlo "un eroe di carta". Con accenti che ricordano sinistramente le parole di chi, negli ambienti politici vicini a "Gomorra", lo aveva per l'appunto etichettato quando il suo successo cominciò a dar fastidio. La prime vittime di questa campagna di delegittimazione, d'altronde, sono in realtà proprio i singoli.
Agli sportivi israeliani è vietato partecipare a gare internazionali e recentemente un gruppo di tennisti ha potuto giocare solo a porte chiuse in Svezia, mentre ad Hannover un gruppo di danza è stato preso a sassate da estremisti di destra e di sinistra. Ai film israeliani viene spesso inibita la partecipazione nelle rassegne internazionali e gli accademici vengono espulsi dalle università. Poi va ricordata la storia del sindacato giornalisti israeliano espulso dalla federazione internazionale della stampa con il voto favorevole dell'Italia. E la storia della Coop e della Conad che volevano boicottare i datteri provenienti da Galilea e Samaria. Spesso i giornali accusano il popolo ebraico di infamie: da ultimo il taiso "scoop" di un giornale svedese che ha scritto che gli israeliani uccidono i palestinesi per rubarne gli organi. Per tutte queste cose e per altre ancora, con buona pace degli intellettuali ebrei di sinistra come Cohn Bendit, e dei radicali che non intendono partecipare alla maratona oratoria di domani, sarà bene invece esserci "per Israele e per la verità".
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