Il manifesto di Sacconi su temi etici e riforme

«Penso sia opportuno lanciare un manifesto per la vita, la sussidiarietà e l'antropologia positiva». Maurizio Sacconi, ministro del Welfare e in questa occasione guru delle energie del fare, offre alla platea ciellina del Meeting un piatto ricco e particolarmente succoso. «Al di là delle parole difficili continua - vorrei che nella società si cominciasse a riflettere sulla negatività della sfiducia, del pessimismo». Per questo Sacconi, tra ondate di applausi entusiasti del popolo di don Giussani, fa un «appello a credenti e non credenti uniti da una comune concezione della laicità adulta». Spiega dopo il ministro che il riferimento a questo termine è voluto («in quanto comprende i fondamentali principi cristiani della nostra tradizione») e si diverte a metterlo in contrapposizione al «cattolicesimo adulto» descritto da Romano Prodi che l'ha coniato per giustificare la giusta indipendenza dalla Chiesa. Vedremo come il messaggio di Sacconi verrà veicolato politicamente.
Ma lo schema ideologico illustrato ieri, nel corso di un dibattito sulla donazione con il professor Luigi Campiglio e il presidente della Fondazione Sud, Carlo Borromeo, è frutto di una lunga preparazione. Lo confessa lo stesso Sacconi. «Sono due settimane che sto lavorando a questo progetto» ammettendo che l'idea l'ha avuta ascoltando le parole pronunciate il 19 luglio a Liverpool da David Cameron sulla necessità di passare dal «Big Government» alla «Big Society».
La teoria di Sacconi ha anche una deriva politica. «Su questi temi ampi, come sulla biopolitica, ma anche su federalismo, giustizia e riforma universitaria - precisa - è possibile trovare in Parlamento una maggioranza più ampia». Il suo messaggio è rivolto soprattutto al mondo cattolico ma non solo. «A tutti coloro che hanno una sensibilità verso la positività, verso il fare e non per gareggiare e basta». Allontana l'idea delle elezioni anticipate ma non le esclude.
«Confido nell'onore dei parlamentari - dice il ministro - che quando vedranno soluzioni sapranno aggiungersi autonomamente e arricchire il consenso a riforme utili per il Paese, se invece mi sbaglio, è giusto che gli italiani tornino a decidere». Sacconi, nello spiegare il senso del suo messaggio-proposta, si dice convinto che la crisi economica abbia generato cambiamenti irreversibili. Uno per tutti: il fatto che i mercati non credono più all'impunità del debito sovrano. «È in questa prospettiva che è nata con il ministro Giulio Tremonti l'idea di modificare l'articolo 41 della Costituzione perché figlia dell'antropologia positiva: il mondo dell'impresa va liberato, deve vincere la fiducia, i controlli dovranno essere fatti ex post e non ex ante nella presunzione che tu stia facendo una cosa sbagliata». Le parole di Sacconi, che nel suo intervento ha avuto modo di prendersela con Benedetto Della Vedova (ex radicale ora finiano), hanno suscitato le critiche del portavoce dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato: «Sarà anche vero che sui temi etici ci potrà essere una maggioranza più ampia di quella che sostiene il governo, ma le posizioni del Vaticano e del governo, come qualsiasi sondaggio può confermare, non sono maggioranza nel Paese».
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