«Malagrotta bis è abusiva»

Con un'ordinanza del 2005, che dava il provvisorio via libera a un sito d'emergenza, la Giovi srl di Manlio Cerroni, amministrata da Francesco Rando, stava realizzando una nuova discarica al confine con Malagrotta.
Ci si era allargati però: 20mila metri quadri anziché i 10mila autorizzati a suo tempo (per emergenza) dalla Regione. Vasche abusive e prive di valutazione dell'impatto ambientale, eppure già munite di coperture, impermeabilizzazione, impianti per l'eliminazione dei gas di scarico. Recintata, coperta dai teloni e dotata di infrastrutture per i camion: nell'eseguire il sequestro, gli uomini del Noe, guidati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, si sono trovati di fronte a una sorta di «prolunga» di Malagrotta, pronta per essere riempita. Un «gioiello» che, secondo gli esperti, poteva valere decine di milioni di euro (il business dei rifiuti è tra i più lucrosi).
Francesco Rando, manager della Giovi srl, condannato in primo grado per violazione di norme ambientali e assolto in appello il 9 novembre scorso,è ora indagato dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari per violazione delle norme urbanistiche e ambientali. Come si legge nel decreto di sequestro preventivo del gip Cinzia Parasporo, «dalla documentazione acquisita risulta che l'ultimo provvedimento di proroga dello stato di emergenza è quello del 25/1/2008, che prorogo l'emergenza fino al 30/6/2008, peraltro unicamente per consentire il completamento delle iniziative già programmate». Se nei prossimi giorni la Giovi srl dovesse impugnare il provvedimento di sequestro, si troverebbe di fronte a un ostacolo. Secondo i magistrati e il giudice non solo l'ordinanza del 2005 era giustificata da un'urgenza (in seguito superata) ma in ogni caso non autorizza l'impianto di «Testa di Cane». Una distinzione tecnica su cui si gioca il futuro dell'area limitrofa a Malagrotta, in un momento particolarmente delicato per la Regione, stretta fra l'emergenza rifiuti e il rispetto delle norme imposte dalla Comunità europea.
L'ordinanza del 2005 in effetti autorizzava un impianto di sperimentazione, mentre qui - secondo l'accusa - siamo in presenza di una vera e propria discarica che rientra a pieno titolo nella definizione data dalla legge di «area adibita allo smaltimento dei rifiuti». In conclusione - si legge nel provvedimento «i lavori sono del tutto diversi da quelli autorizzati».
Nei mesi scorsi, il viavai di camion e squadre di operai ave va allertato i residenti della zona à preoccupati dalla confinante Malagrotta, prima discarica in Europa per capienza. Per la Giovi srl si trattava di lavori «attinenti alle buone pratiche operative e finalizzati all'incremento delle condizioni di sicurezza ambientale». Commenta Angelo Bonelli, presidente dei Verdi: «Siamo di fronte a un vuoto di iniziativa da parte di Regione e Comune. Solo l'iniziativa di magistrati e investigatori ha impedito il peggio». Della stessa idea Legambiente. Mentre i Radicali auspicano «un'audizione di Manlio Cerroni».
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