Madri detenute insieme ai figli Ok del Senato

Via libera del Senato alla legge sulle detenute madri con 178 si. 93 astenuti (i radicali e il Pd, che però alla Camera aveva votato a favore) e nessun voto contrario. «Abbiamo divelto le sbarre e garantito ai quasi 50 bambini reclusi oggi e ai figli di madri detenute di domani di poter cominciare la loro vita alla pari con gli altri», dice trionfante Mara Carfagna.
Che le sbarre non siano «divelte» è, però, la denuncia dei radicali. La legge, sostengono i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca, è «nella migliore delle ipotesi inutile, nella peggiore pericolosa». L'innalzamento dell'età dei figli che possono stare con le detenute - da tre a sei anni - porterebbe a un aumento dei bambini in carcere: mancano le strutture alternative. «C'e il rischio che molte norme rimangano inapplicate, in particolare quelle sull'istituzione delle case famiglia e degli istituti di custodia attenuata, lasciate a provvedimenti successivi o alla realizzazione del Piano carceri, propagandato dal governo ma di cui non si vede traccia, aggiunge la senatrice Pd Anna Maria Carloni.
«Ma quale passo in avanti!», sbotta al Riformista Irene Testa, segretaria dell'associazione “Il Detenuto Ignoto". «Sono sgomenta: non si afferma il diritto all'assistenza dei bambini ricoverati», che potranno essere solo «visitati» dalle madri e non assistiti per tutto il tempo. Un punto - l'unico - per il quale le associazioni speravano in un cambiamento con il ritorno del testo in commissione due settimane fa. «Una finta», prosegue la Testa. «Hanno deciso di audire le associazioni delle famiglie delle vittime dei reati. Che c'entrava? Era chiaro fin da subito l'intento di non cambiare direzione».
La nuova legge prevede che le mamme incinta o con bimbi fino a 6 anni, se imputate, non potranno essere sottoposte a custodia cautelare in carcere, «salvo esigenze cautelari di eccezionale rilevanza». Casi in cui il giudice può predisporre la custodia in istituti a «custodia attenuata». Si tratta delle Icam: al momento ne esiste solo una a Milano, «strapiena» a detta delle associazioni. Per le madri condannate è prevista la possibilità di scontare un terzo della pena ai domiciliari o in istituti di cura o a custodia attenuata purché non abbiano commesso particolari delitti, ad esempio connessi alla criminalità organizzata.
Per la realizzazione delle Icam (entro il 2014, dice la legge) vengono messi sul piatto 11,7 milioni di euro, in base alla finanziaria e «compatibilmente con gli effetti stimati in termini di indebitamento netto». Passaggio «pericoloso» per il Pd: secondo la senatrice Anna Serafini «rischia di rendere minime le risorse a disposizione». «Bastava costruire tre, quattro strutture. I bambini sono pochi e sono soprattutto a Roma», dice Irene Testa. Per le associazioni, 58 sono le madri detenute con figli: 14 a Rebibbia, di cui 12 di etnia rom e un'immigrata extracomunitaria.
© 2011 Il Riformista. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU