Ma Renata era pro-choice

E' un fatto che tra i bersagli principali del monito anti-abortista dei vescovi italiani figura la candidata del centrosinistra nella Regione Lazio, la radicale Emma Bonino.
Ma è un altro fatto che la presunta benificiata della mossa della Cei, e cioè la sfidante Renata Polverini, non sembra esattamente muoversi nel recinto tracciato dal cardinale Bagnasco.
«La legge 194 è frutto di battaglie importanti, in particolare del movimento femminile, e nessuno può dirsi contro una legge dello Stato che consente alle donne che fanno una scelta dolorosa e che ti segna tutta la vita». Così Polverini lo scorso 21 gennaio, durante la trasmissione Omnibus, il talk show mattutino de La7.
Forse le posizioni personali della candidata di centrodestra non sono estranee alla sua scelta di tenere un profilo molto basso nel dibattito, invitando a «non strumentalizzare» le parole del presidente della Cei. Che la candidata del centrodestra non fosse esattamente una "crociata di Lepanto" si era capito da tempo, ma certo è che, riletto oggi, il giudizio sulla legge 194, che tutela il ricorso all'aborto (legge di cui, va precisato, nemmeno la Chiesa ha mai chiesto l'abrogazione), suona molto laico e liberale: «E una legge di libertà che tutela la salute della donna», la 194, per la Polverini. La sindacalista, nell'alternativa culturale di fondo, appare insomma più sbilanciata sul fronte pro-choice che non su quello pro-fife.
Non a caso è da allora, da quel 21 gennaio, che siti e blog della destra cattolica e tradizionalista, oltre che dell'estrema destra tout court, ribollono e attaccano a testa bassa la candidata del Pdl con un fuoco di fila. "Cattolici liberi" come "Cattolici romani", "A tutta destra" come "Azione e Tradizione" ci vanno giù duri: «Ambigue dichiarazioni della Polverini», «la Polverini imita la
Bonino sull'aborto», «Bonino e Polverini pari sono». Il Movimento Politico Cattolico Azione e Tradizione (tutte maiuscole, ndr) è arrivato a dire che «la Polverini si schiera ideologicamente nello stesso campo di battaglia della sua "rivale" Emma Bonino» e ne trae pretesto per invitare i propri simpatizzanti a «votare senza indugio per Roberto Fiore». Leader di quella Forza Nuova che, pur definitivamente estromessa dalle elezioni regionali, non si stanca di ripetere lo stesso, identico, concetto: «Anche la Polverini è per l'aborto, in difesa della vita vota Forza Nuova!».
C'è da dire che, nonostante i cattolici più oltranzisti continuino a definire la 194 una legge «liberticida e assassina», la stessa Chiesa cattolica non ha mai attaccato direttamente la 194, una volta perso il referendum. Ma se le posizioni della Bonino sono totalmente «inconciliabili» con quelle dei cattolici, come ripete tutti i giorni Avvenire, non è che anche la Polverini potrà dare qualche dispiacere, oltre Tevere?
Peraltro, già aveva creato più di un malumore la sortita della candidata del Pdl sulle coppie di fatto. «Sono favorevole - aveva detto la Polverini il 2 febbraio - a normare le unioni di fatto, a patto di non produrre un matrimonio di serie B. Allo stesso tempo sono convinta che diritti edoveri reciproci debbano essere riconosciuti alle coppie che vivono fuori dal matrimonio». Già allora, e per molto meno, fu un "apriti cielo".
La comunità gay romana s'entusiasmò, il Pdl si contorse tra imbarazzo e freddezza, Storace e
l'Udc si inalberarono, il centrosinistra sorrise. E se sulle coppie di fatto «la Regione non ha alcuna competenza in materia», come precisò poi la candidata, sulla 194 la Regione ne ha molte, di competenze. Ad esempio sulla pillola abortiva Ru486: può essere somministrata solo sotto controllo medico, negli ospedali. In questo caso, le parole della Polverini sono state nette in senso pro-life, e non pro-choiche: «Si tratta di un vero e proprio aborto, quindi penso che ci sia bisogno di assistenza sanitaria nell'interesse della salute delle donne». Resta in piedi, però, la questione della 194. Non aiutano, nella fattispecie, a dissipare i dubbi, neanche alcune vecchie interviste della Polverini. A Io Donna, magazine del Corriere della Sera, che la intervistò qualche tempo fa, a fronte di una domanda diretta («è favorevole all'aborto?»), la candidata rispondeva in modo diplomatico: «lo sono per la vita. L'aborto è un trauma per qualsiasi donna. Sono
consapevole che c'è una legge che lo regolamenta. Vorrei che fosse applicata appieno, in difesa di vita e famiglia». Il concetto resta lo stesso: lavorare per la vita e per la famiglia, ma anche «rispettare la 194», «legge di libertà».
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