Ma la Moschea di Ground Zero riconcilierà New York e l'Islam

Mentre lo scorso fine settimana il mio aereo era in avvicinamento alle coste americane, i miei pensieri sono ritornati allo scalpore dilagato in relazione al progetto che prevede l'edificazione della Cordoba House, un centro culturale ricreativo (in cui dentro ci sarà una moschea) a Lower Manhattan. Mi sono assentato da casa per due mesi, trascorsi all'estero a parlare di cooperazione tra popoli di religioni diverse.
Ogni giorno, comprese le ultime due settimane passate a rappresentare il mio Paese in una missione del Dipartimento di Stato in Medio Oriente, sono rimasto molto colpito da come tale controversia attirava l'attenzione degli americani. Siamo rimasti tutti sgomenti per come il centro che abbiamo progettato è diventato una faccenda scottante e carica di emotività. Il livello di attenzione di cui è fatto oggetto riflette in che misura la popolazione tenga in considerazione i valori profondamente americani in questione: la tolleranza e la libertà di culto. Stiamo portando avanti la realizzazione del centro ricreativo denominato Cordoba House e, cosa ancor più importante, lo stiamo facendo con il pieno appoggio della comunità di Downtown Manhattan, del governo a tutti i livelli, dei leader di tutto lo spettro delle confessioni religiose, che saranno nostri partner in questo progetto. Io sono fortemente convinto che sia la cosa giusta da fare, e per molte ragioni. Prima di tutto, il progetto accorderà un'enfasi particolare all'approccio multi confessionale che l'Iniziativa di Cordova ha incoraggiato per molti anni in modalità concrete. Il nome Cordoba riprende infatti quello della città spagnola di Cordova nella quale musulmani, cristiani ed ebrei convissero nel Medio Evo durante un periodo di profondo arricchimento culturale promosso dai musulmani.
La nostra iniziativa ambisce a incoraggiare la reciproca comprensione tra tutte le religioni e le culture. Più in generale, la nostra missione - mirante a rafforzare i legami tra mondo occidentale e mondo musulmano, e di conseguenza contrastare le ideologie radicali - non consiste nell'eludere le differenze che hanno polarizzato i rapporti all'interno del mondo musulmano e tra i non musulmani e i musulmani, bensì nell'affrontarle con uno sforzo multiconfessionale e multinazionale. Nella Cordoba House troveranno posto spazi di preghiera distinti e separati peri musulmani, i cristiani, gli ebrei e gliuomini e le donne di altre confessioni religiose, e vi sarà anche un monumento commemorativo dedicato alle vittime degli attentati dell' 11 settembre realizzato da tutte le comunità religiose. I sentimenti delle famiglie delle vittime dell'11 settembre mi stanno particolarmente a cuore. Cercheremo l'appoggio delle famiglie delle vittime, il nostro obiettivo è sempre stato di realizzare con questo progetto un ventro che favorisse una rimarginazione definitiva di quella ferita.
La Cordoba House sarà costruita rispettando due precetti fondamentali e comuni all' ebraismo, al cristianesimo e all'Islam: amare il Signore nostro creatore con tutto il nostro cuore, lanostra mente, lanostra anima e il nostro corpo; e amare il nostro prossimo come noi stessi. Sia il presidente Barack Obama sia il sindaco di New York Michael Bloomberg hanno dichiarato di essere favorevoli al nostro progetto. Quando ero oltreoceano,ho constatato con i miei stessi occhi come le loro parole e le loro azioni avessero un impatto marcato perle strade e tra i leader del mondo musulmano.
Lo straordinario sostegno ricevuto da tutto lo spettro sociale, religioso e politico a favore del nostro diritto di costruire questo centro ricreativo pregiudica gravemente le capacità dei radicali antiamericani di reclutare giovani musulmani facilmente impressionabili e suggestionabili con la sola pretesa che l'America perseguita i musulmani a causa della loro religione. L'operato dei radicali che distorcono ogni cosa mette seriamente a repentaglio la nostra sicurezza nazionale. Questa è la ragione per la quale gli americani non devono rinunciare o impedire la realizzazione del progetto. Se lo facessimo, di fatto cederemmo la parola e in sostanza il nostro stesso futuro agli estremisti di entrambi gli schieramenti. Il paradigma dello scontro di civiltà tra Occidente e mondo musulmano continuerà. Dobbiamo cambiare questo paradigma una volta per tutte.
(Copyright The New York Times - la Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)
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