Ma Cucchi non è Eluana

Contesto quanto scrive la sottosegretaria Eugenia Roccella come sempre ho fatto da quando, cinque anni fa, ben dieci disegni di legge sul biotestamento piovvero al Senato nella commissione Marino: il quale tentò invano di arrivare a un testo unificato per l'aula, trovando ogni ostacolo nei clericali di destra e di sinistra.
Sostenni, in queste pagine e fuori, lo sforzo generoso di Marino, cui fu impedito di arrivare a una legge umana e non dogmatica, salvo poi urlare contro la magistratura che entrò nel caso Englaro, supplendo con la giurisprudenza (come usa dal pretore romano in poi) alla mancanza di norma o consuetudine (le fonti del diritto sono tre: la legge, la consuetudine e la giurisprudenza. La destra si procuri qualche altro avvocato, essendo i suoi impegnati in altre cause).
Quanto al contenuto della lettera: 1) la formula «pazienti vegetali» non è né voleva essere scientifica o pseudoscientifica, ma giornalistica, perché coi lettori si deve comunicare, pur senza scendere a modelli e contenuti berlusconiani; 2) non capisco perché la signora Roccella abbia scelto per la Giornata degli stati vegetativi il giorno della morte di Eluana, mettendosi al livello dell'ex federale Tambroni che, ministro dell'interno Dc, ordinò la chiusura delle case chiuse (leggeMerlin) il 20 settembre, giorno della liberazione di Roma dal dominio dei papi. (E l'"accecamento ideologico" sarebbe il mio?); 3) la «pia ferocia» non è delle suore o dei medici, ma dei politici che, in nome dei dogmi, continuano ad accendere roghi ideologici per vittime umane reali; 4) le opinioni di Marino sono state da me direttamente chieste al senatore, in esclusiva per Europa. Esse sono state integralmente riportate fra virgolette. La sua condanna durissima dell'equiparazione Cucchi-Englaro, fatta dalla Roccella, e l'altrettanto duro giudizio sulla legge in discussione alla Camera, leggermente migliorativa di quella del Senato, appartengono al nostro senatore (anche se da me interamente condivise); 5) La dichiarazione radiofonica della Roccella di mercoledì pomeriggio, stavolta da me fortunosamente ascoltata, fa un sol fascio di Veronesi, Bonino e Marino, come fautori della via all'eutanasia: laddove Veronesi e Bonino dicono "meglio nessuna legge" che questa (e hanno ragione), mentre Marino dice, nelle dichiarazioni a me rilasciate, di condividere l'opinione del cardinale Bagnasco che occorra una legge (purché - aggiunge lo scienziato - lasci libero l'individuo di decidere se vuol essere curato o no e non si condanni alla cannula benedetta anche chi a quella benedizione non ci crede. Fuori di questo diritto di scelta, non c'è "dibattito", ma clericofascismo.
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