Il M5S ora inizia a pensarci «Governo Bersani? Proviamo...»

«Bersani ci ha appena offerto la presidenza di una Camera». «La cosa si fa interessante...». Il dibattito politico su un eventuale governo di minoranza a guida Pd con il sostegno del Movimento 5 stelle arriva in tempo reale anche nella web Tv del blog di Beppe Grillo, dove i tre conduttori si interrogano sui futuri scenari del Movimento.
La presidenza di una delle Camere, dunque, piace come idea ai militanti ma, come spiegano i tre conduttori della televisione ('La Cosà) non ci sarà alcun «compromesso» con il Pd. Alla signora Giovanna che telefona in trasmissione per chiedere a Grillo di non allearsi con Bersani perché, dice, «se voi fate questo accordo siete rovinati per sempre perché entrate con uno che sa manovrare», uno dei tre conduttori spiega come potrebbe essere l'appoggio al governo di minoranza a guida Bersani.
«Se mi dici 'compromesso' mi viene l'orticaria- continua il grillino- l'appoggio esplicito non glielo posso dare perché mai nessuno del M5s dovrebbe alzarsi e votare la fiducia alle Camere, ma un altro appoggio te lo posso dare». Nella discussione che si sviluppa i tre animatori de 'La Cosa' immaginano che il Senato potrebbe diventare «una camera di controllo» dove «noi potremmo consentire la formazione del governo» non partecipando al voto di fiducia. Alla Camera, invece, il problema non si pone perché lì il centrosinistra ha già una maggioranza autonomia.
E quindi, i militanti della web Tv di Grillo si spingono a immaginare che tipo di lavoro fare a Palazzo Madama: sarebbe l'aula dove «rendere conto di cosa c'è dentro le leggi», dove il Pd «paga pegno» e si assume la responsabilità politica di ciò che presenta. Se qualcosa non piace al Movimento «la facciamo cambiare», altrimenti «possiamo staccare la spina in qualsiasi momento».
Sulla stessa linea anche uno dei nuovi eletti del M5S in Parlamento: «Sostegno a Bersani? È una domanda delicata alla quale non posso rispondere oggi, ci dobbiamo consultare noi come base, dobbiamo capire realmente quale sarà la situazione, noi siamo fermi col nostro programma che ha la sua validità. Se verranno appoggiate riforme chiare e necessarie al Paese, come una legge vera contro la corruzione, una nuova legge elettorale e la riduzione dei parlamentari, da lì si può partire per un discorso più ampio». Lo afferma Adriano Zaccagnini, neoeletto del Movimento 5 Stelle alla Camera nella Circoscrizione Lazio 1, rispondendo presso il quartier generale dei grillini a Roma a una domanda sull'ipotesi di votare la fiducia a un eventuale esecutivo guidato da Bersani.
Zaccagnini non si sbilancia sulla fiducia, anche se afferma: «Ci sarà una disponibilità, noi siamo pronti a parlare per il bene del Paese». Zaccagnini, 31 anni, romano del quartiere di Monte Mario, si occupa di permacultura (progettazione sostenibile di paesaggi) ed è progettista di fattorie ecologiche. Laureato in scienze politiche alla Sapienza, ha fatto parte dell'Onda studentesca contro le riforme Moratti e Gelmini.
Candidato per la prima volta alle amministrative, ha conosciuto di persona Beppe Grillo soltanto di recente al Viminale, per la presentazione delle liste elettorali. Rispetto alla posizione del movimento verso i sindacati, Zaccagnini precisa: «Riconosco il ruolo dei sindacati sani, come sono quelli di base». Sulla frase di Grillo sull'eliminazione dei sindacati, il neo eletto afferma: «Grillo ha parlato dei tre sindacati, non di quelli di base». Secondo Zaccagnini «i sindacati devono essere riformati, sono stati legati ai partiti in tutti questi anni e hanno preso i difetti dei partiti».
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