La lunga lista dei big senza poltrona

Dalla Rassegna stampa

La sorpresa più clamorosa è quella di Franco Marini. L'ex Presidente del Senato rischia di non strappare il seggio di Palazzo Madama e restare fuori dal Parlamento. Con lui, nel Partito democratico resta esclusa anche Paola Concia, deputata impegnata da sempre peri diritti civili. Ma a sera inoltrata tutti i partiti sono impegnati nel complicato rebus dei risultati elettorali. L'obiettivo, dati alla mano, è quello di dare un nome e un volto ai prossimi parlamentari, individuando così anche gli esclusi eccellenti. Chi paga un prezzo altissimo sull'altare dell'unità centrista, in queste Politiche 2013, è Futuro e libertà. Gianfranco Fini è ad altissimo rischio di esclusione: se l'Udc non toccherà quota 2%, i finiani non potranno essere considerati la prima forza da ripescare e resteranno fuori dalla Camera. Non entrerà a Montecitorio Italo Bocchino, uno dei personaggi chiave dello strappo dal Pdl. Nessuno spazio neanche per Roberto Menia. Colpisce anche l'esclusione di Giulia Bongiorno: per lei una doppia batosta, vista la sconfitta alle Regionali del Lazio. Fuori anche l'ex viceministro Mario Baldassarri, vicino a Monti, e uomini legatissimi a Fini come Giuseppe Consolo e Alessandro Ruben. L'unico finiano a ottenere un seggio a palazzo Madama è Benedetto Della Vedova. Solo lui, tra i deputati che sfidarono il Cavaliere il 14 dicembre 2010, tornerà a sedere in Parlamento. L'intera area centrista, d'altra parte, è-alle prese con lo tsunami elettorale. A seggi chiusi si contano le "vittime eccellenti". Mancano ancora i risultati definitivi, ma l'Udc non dovrebbe riuscire a traghettare in Parlamento Paola Binetti. Poche possibilità anche per Mauro Libè, da sempre uomo macchina del partito Al Senato lo scudocrociato non riuscirà ad eleggere neanche Roberto Rao, braccio destro di Casini. Proprio lui, il leader centrista, resta appeso a un filo: dovrebbe spuntarla in Campania: è quella l'unica Regione in cui, da capolista, ha raggiunto l'ambito bottino dell'8%. Fuori senza appello- da Palazzo Madama risulta anche un ex del governo Monti come Enzo Moavero, legatissimo al premier e ministro per le Politiche europee. Era numero due nel Lazio, ma Lista civica non eleggerà senatori in questa Regione. Sul fronte di sinistra è in bilico il presidente dell'assoallenatori di calcio Renzo Ulivieri, voluto da Nichi Vendola nelle liste di Sel. Insieme ad Antonio Ingroia restano inoltre fuori dal Parlamento anche i big di Rivoluzione civile, a partire da Antonio Di Pietro. Per oltre un decennio capo assoluto dell'Idv, dovrà continuare l'impegno politico fuori dalla Camera. Escluso anche il frammento della sinistra radicale già sconfitta nel 2008: zero seggi per due ex ministri come Paolo Ferrero e Olivier° Diliberto. Rivoluzione civile non riesce inoltre a consegnare lo scranno parlamentare a un'altra candidata simbolo, Ilaria Cucchi. Stesso destino per i Radicali. Il partito di Marco Pannella resta a bocca asciutta e non elegge neanche un parlamentare. Emma Bonino, vicepresidente del Senato ed ex ministro, aveva deciso comunque di correre in fondo alla lista "Amnistia, giustizia e libertà", senza chance di risultare eletta. Resta a casa anche Oscar Giannino, travolto dallo scandalo del master fantasma e delle lauree millantate. Con lui, fuori dal Parlamento l'economista Michele Boldrin. Nell'area berlusconiana esclusi parecchi dirigenti che hanno ricoperto in passato incarichi nell'esecutivo del Cavaliere. A fortissimo rischio è Guido Crosetto, capolista in tutte le circoscrizioni del Senato per Fratelli d'Italia. Fuori salvo sorprese Giuseppe Cossiga, anche se per un soffio. Escluso pure l'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, che aveva scelto una nuova alleanza con Berlusconi dopo anni di feroce conflitto. Doccia gelata, infine, per Michele Samorì, a capo del Mir.

 

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