L'ultima possibilità per l'Italia

Dalla Rassegna stampa

“La ricreazione è finita". Lo ha detto lo stesso Matteo Renzi. Perché sa che dovrà dimostrare che la sua ascesa al potere non è stata (solo) un gioco da ragazzi portato a termine a spron battuto in tre mesi e mezzo, in spregio alle regole del normale gioco democratico. Dopo la tappa della fiducia al senato e alla camera Renzi si dovrà mettere seriamente al lavoro: il suo governo è l’ultima possibilità. Il parlamento è diviso in tre aree più o meno uguali, due delle quali sono apertamente populiste, antieuropeiste e costantemente tentate dal ricorso alle elezioni anticipate. Il governo Renzi è il terzo, dopo quelli di Mario Monti e di Enrico Letta, a cercare di far collaborare il centrosinistra con una parte del centrodestra in una traballante coalizione.

Economia sull’orlo del baratro
La situazione economica è più che seria (con un debito pari al 132,7 per cento del pil e un deficit al 2,5 per cento del pil) e la situazione sociale incandescente (con un 12,5 per cento di disoccupati che arriva al 4o per cento nella fascia compresa tra i 20 e i 35 anni). A Renzi servirà un bel po’ di coraggio e di immaginazione per andare oltre l’effetto dei suoi annunci. E per evitare di stilare, titolo dopo titolo, una lista di riforme auspicabili ma irrealizzabili, come la riforma dell’amministrazione pubblica, il lavoro per i giovani, il taglio delle tasse o la crescita economica. Gianrico Carofiglio, un autore di gialli che conosce Matteo Renzi da molto tempo e che ne ammira la favolosa energia e la straordinaria fiducia in se stesso, ha raccontato di recente al Nouvel Observateur che un anno e mezzo fa, quando Renzi per la prima volta aveva tentato di vincere le primarie del Partito democratico, in un momento di abbandono gli aveva confidato: "E se vinco, cosa faccio?". Ora che ha vinto non solo le primarie, ma anche la segreteria del Partito democratico e la presidenza del consiglio, probabilmente si starà ancora chiedendo "e adesso che faccio?". Il timore è palpabile.

Oggi Renzi accentra su di sé tutti i poteri. Ha formato una squadra di personalità piuttosto modeste che non gli faranno ombra. La maggior parte dei ministri sono dei principianti. Certo, sono giovani e simpatici, ma pur sempre principianti. Sembrano usciti da una delle trasmissioni televisive che Renzi frequentava da giovane. E in questo senso il nuovo presidente del consiglio è il puro prodotto del carattere dominante assunto dal modello televisivo nella vita pubblica italiana. La sola che avrebbe potuto sottrargli un po’ di popolarità, la ministra degli esteri Emma Bonino, è stata licenziata poco prima della presentazione della lista dei ministri. Matteo Renzi si assumerà dunque da solo la responsabilità di qualunque futura scelta governativa. Senza alcuna squadra che possa compensare la sua inesperienza in parlamento, dove non è mai stato eletto, e al governo, a cui non ha mai partecipato. È per questo che la maggioranza degli italiani, pur guardando con un certo scetticismo o con vera e propria disapprovazione al metodo sbrigativo usato da Renzi per arrivare al potere, spera comunque che l’esperimento abbia successo. Ne va della sopravvivenza dell’Italia. Perché se il presidente del consiglio dovesse fallire, una troika "alla greca" potrebbe arrivare a Roma per prendere in mano le redini dell’economia e gestire "in modo serio" i problemi che il governo in carica non sarà stato in grado di risolvere. Renzi è davvero l’ultima possibilità.

 

 

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