L'osservatrice romana

Sarà perché mezza Roma non ha scelto Polverini e Bonino, preferendo restare a casa. Sarà perché il trio che rappresenta comune, provincia e regione è considerato un po’ al di sotto dell’immagine della capitale. Sarà anche a causa di un infiammato derby calcistico che rischia di consegnare ai giallorossi un posto importante in campionato e nelle coppe internazionali. Da ultimo, la deflagrazione fra le destre locali ha disgustato la popolazione astenuta più di quanto non si legga sui quotidiani locali (molto attenti ai nuovi padroni, se solo si capisse bene chi saranno e chi sul serio comanderà, con l’aria che tira...). Sul fronte progressista, la resa di Pier Luigi Bersani alla piemontese Bonino, la fastidiosa insistenza di Enrico Letta sull’ennesima tassa per i già tartassati, la fuga di Goffredo Bettini verso l’est, le beghe Rai.., c’è poca passione, moltissima delusione. Sono ridotte al lumicino anche le associazioni storiche come Italia nostra, WWF, Lega ambiente: in città hanno fatto notizia negli ultimi tempi solo per qualche diatriba interna. Insomma, diciamolo: la città Eterna aspetta qualcosa di nuovo dalla politica. In altre parole: siamo pronti allo sbarco della Lega sul Tevere,.Se - in chiave federalista - sceglieranno le persone giuste. Se cercheranno davvero di proteggere e difendere l’identità romana (difficile da capire, ma ultimamente molto umiliata dalla politica), i leghisti troveranno porte e portoni spalancati. In Vaticano, con un certo malcelato affanno, si cercano interlocutori affidabili e radicati sul territorio. Giulio Andreotti si sta pian piano ritirando - con discrezione - dalla scena che ha occupato per più di 65 anni. Fu lui, negli anni dell’occupazione nazista, per conto di Papa Pacelli ! e di De Gasperi, a sdoganare il dialogo con Franco Rodano, Adriano Ossicini e il gruppo dei cattocomunismi inaugurando un asse che ha retto la città e i suoi poteri economici fino a oggi. E il vuoto che sta lasciando è immenso, incalcolabile: amici e nemici sono smarriti, privi di baricentro. Droga, vagabondi, accampamenti ovunque, furti e rapine... Le cronache - e l’esperienza quotidiana - ci consegnano il ritratto di una città che non è stata messa in ordine neppure da due anni di governo di destra (nazionale e capitolino). Ci sono strade, scuole, quartieri dove la sola parola “Lega" farebbe dire a molti scoraggiati: "Proviamoli, chissà". Ci sono salotti e palazzi molto tremontiani - che già attendono di invitare e accogliere nuovi banchieri,; nuovi manager, amministratori pubblici, e privati con il giusto accento nordista.
Pochi giorni fa, per una cena in piedi con Bobo Maroni - all’Auditorium di Renzo Piano, in occasione del concerto di Woody Allen - si sono scapicollati moltissimi, adoranti, praticamente festanti! E lui, Bobo, piuttosto stupito di tanta affettuosa considerazione, regalava ai presenti una chicca: "Certo che abbiamo copiato tutto dal Pci. Un esempio? Nel 1990, organizzai la prima festa del Carroccio: un disastro, mangiare cattivo, poca gente, incassi a zero. Mandai i miei alla festa dell’Unità, per imparare. L’anno dopo, clonata la nostra festa, fu un successone",
Pochi giorni fa, per una cena in piedi con Bobo Maroni - all’Auditorium di Renzo Piano, in occasione del concerto di Woody Allen - si sono scapicollati moltissimi, adoranti, praticamente festanti! E lui, Bobo, piuttosto stupito di tanta affettuosa considerazione, regalava ai presenti una chicca: "Certo che abbiamo copiato tutto dal Pci. Un esempio? Nel 1990, organizzai la prima festa del Carroccio: un disastro, mangiare cattivo, poca gente, incassi a zero. Mandai i miei alla festa dell’Unità, per imparare. L’anno dopo, clonata la nostra festa, fu un successone",
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