Londra svolta, all'MI5 ammessi anche gli 007 gay

L'MI5 volta pagina dopo la macchia di Anthony Blunt e Guy Burgess, due leggendarie talpe del Cremlino negli anni più gelidi della Guerra Fredda. Dopo aver tenuto gli omosessuali al bando per decenni perché «troppo suscettibili di corruzione», la leggendaria agenzia di controspionaggio ha srotolato il tappeto rosso per gli 007 gay. Il servizio di intelligence protagonista dei romanzi di John Le Carrè e Graham Green per anni aveva posto in atto un ostracismo ufficioso contro le spie omosessuali. Ora invece è uno dei luoghi di impiego più "gay friendly" del Regno. Lo ha certificato per la prima volta Stonewall, organizzazione che si batte per i diritti degli omosessuali. Casi famosi come Blunt e Burgess, due dei "Cambridge five" - gay - avevano alimentato la diffidenza nei confronti di spie attratte sessualmente da persone dello stesso sesso. I due avevano passato segreti di Stato ai sovietici e c'erano voluti anni prima che l'MI5 riparasse la sua reputazione di agenzia colabrodo. Oggi le cose sono cambiate. All'MI5 sono un centinaio gli 007. «C'è ancora molto lavoro da fare» ha detto ieri il direttore Jonathan Evans.
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