Londra, nuova bufera su Blair "mentì sulla guerra in Iraq"

Dalla Rassegna stampa

Una settimana prima della nomina del presidente europeo da parte dei leader dei 27 paesi della Ue, Tony Blair aveva telefonato a Gordon Brown chiedendogli di ritirare la sua candidatura. «Ho fatto un giro di ultime consultazioni e riscontrato che non c´è un consenso sul mio nome», avrebbe detto l´ex premier britannico al suo successore. Ma tra i due, ancora una volta, non c´è stato accordo. Secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa britannica, Brown ha insistito a sostenere la candidatura di Blair nelle trattative con i suoi colleghi dell´Unione Europea, pur essendo anch´egli consapevole che non c´erano possibilità di farla accettare. Il motivo? Ottenere in cambio una contropartita di prestigio, quale il posto di ministro degli Esteri dell´Unione Europea, poi effettivamente andato al Regno Unito con la nomina della baronessa Cathy Ashton, da giocarsi in chiave elettorale in vista delle legislative britanniche della primavera prossima. Ne sarebbe risultata una tremenda litigata tra Blair e Brown.
La mancata nomina di Blair potrebbe avere evitato a Brown, alla Gran Bretagna e all´Europa un grave imbarazzo. Uno scoop pubblicato ieri in prima pagina dal Sunday Telegraph afferma che Blair avrebbe deliberatamente ingannato il parlamento e il paese nell´affermare nel 2002 che l´obiettivo dell´intervento militare britannico in Iraq era «il disarmo e non un cambio di regime», e nel negare che esistessero già piani per la guerra. Documenti segreti ottenuti dal Telegraph indicano invece che Blair pensava già a rovesciare Saddam Hussein e aveva dato il via ai preparativi per l´invasione. Solo che, per tenere tutto nascosto, l´operazione fu preparata male, col risultato che le truppe arrivarono in Iraq male equipaggiate: alcuni soldati avevano solo 5 proiettili.
L´autore dell´articolo, Andrew Gilligan, è l´ex giornalista della Bbc condannato da una commissione d´inchiesta sulla guerra per avere falsamente sostenuto che Blair gonfiò il dossier dei servizi segreti britannici sulle armi di distruzione di massa irachene. Oggi a Londra si apre una nuova inchiesta sulla guerra, che potrebbe avere conseguenze nefaste per l´ex premier.
Altre indiscrezioni, sul Mail on Sunday, riguardano la baronessa Ashton: una foto del 1982 la ritrae davanti a Downing street, dove era andata a portare alla Thatcher una petizione contro la guerra nelle Falkland, per il timore che le navi britanniche fossero dotate di armi atomiche. La Ashton, scrive il Mail, era all´epoca tesoriera di un gruppo per il disarmo nucleare, Campaign for Nuclear Disarmament, e una «sospetta simpatizzante comunista». Intanto il Sunday Times rivela che Mandelson, deluso dalla nomina della Ashton a ministro degli Esteri europeo, a cui avrebbe ambito lui, ha chiesto a Brown di nominarlo ministro degli Esteri britannico al posto di David Miliband. Sullo sfondo di questa ridda di voci, una buona notizia per Brown: il distacco del Labour sui Tory, secondo un sondaggio, si è ridotto a una manciata di punti, 37 a 31 per cento, aprendo la prospettiva di un parlamento senza chiara maggioranza e di un governo di coalizione. Di un soffio, forse Brown potrebbe mantenere il potere.
 

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