L'olimpiade dei futuri pentiti

Dalla Rassegna stampa

Le scorciatoie nella lotta alla criminalità organizzata, cioè l`uso industriale e indiscriminato del pentitismo e del 41 bis, che ne è divenuta l`anticamera programmata ad hoc, da sempre generano mostri come Spatuzza e i suoi fratelli. All`epoca di Enzo Tortora questi "mostri si chiamavano Giovanni Pandico, Pasquale Barra "o animale", quello che mangiava il fegato dei suoi nemici uccisi in carcere come Francis Turatello, e da ultimo Gianni Melluso detto "il bello". Nel giugno 1983 la legge dei pentiti non c`era ma le caserme dei carabinieri dove i camorristi venivano tenuti in semi libertà, con il permesso di ricevere champagne, cocaina e prostitute, sì. Oggi la famigerata "stabilizzazione" del regime carcerario del 41 bis sta diventando una vera e propria fabbrica di pentiti. Se è vero infatti che bisogna tenere i boss in carcere duro perché non comunichino tra loro e men che meno con l`esterno, che serve negare le cure e un minimo rapporto con la famiglia a un vecchio come Bernardo Provenzano, ormai senza potere, e già da tempo non più capo dei capi? Proprio su di lui due giorni fa la deputata dei radicali italiani Elisabetta Zamparutti ha "osato" fare un`interrogazione parlamentare per denunciare questo stato di cose. E a che serve vietare a qualcun altro farsi la pasta con le melanzane? In realtà da quando venne istituito nel 1992 con il famoso decreto Scotti - Martelli, approvato sull`onda emotiva della strage di Capaci, questo istituto se da una parte non ha impedito episodi grotteschi come quelli che nel 1997 videro per protagonisti proprio i fratelli Graviano, cioè i boss capi di Spatuzza, quelli che lui chiamava con venerazione "Madre Natura", dall`altra ha generato una miriade di nuovi pentiti che spesso si sono distinti nelle proprie accuse ai politici dell`attuale maggioranza. E i Graviano potrebbero essere i prossimi a collaborare a comando, da quel che si capisce tra le righe proprio dalle dichiarazioni di Spatuzza. Proprio nell`estate 1997, per la cronaca, le mogli dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, boss di Brancaccio condannati per l`uccisione di padre Puglisi e per le stragi di Firenze e Milano, hanno partorito due bambini in una clinica di Nizza, a distanza di un mese l`una dall`altra, nonostante i mariti fossero detenuti da oltre due anni in regime di carcere duro. Esistono sezioni dei 41 bis a Cuneo, L`Aquila, Marino del Tronto (Ascoli Piceno), Novara, Parma, Pisa (Centro Diagnostico Terapeutico), Rebibbia (Femminile), Rebibbia (Maschile), Secondigliano (Napoli), Spoleto, Terni, Tolmezzo (Udine), Viterbo. Attualmente circa mille persone sono detenute con quel regime carcerario che ci ha portato a farci condannare dall`Onu come paese dove si pratica la tortura. In realtà se da una parte le vessazioni cui sono sottoposti i detenuti non garantiscono di certo la totale impossibilità per i boss di continuare a "mafiare", la recente "stabilizzazione" del 41 bis decisa dal ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano ha aperto di fatto l`olimpiade dei futuri pentiti. Una gara in cui chi la sparerà più grossa, possibilmente su Silvio Berlusconi (come un tempo su Giulio Andreotti), "avrà vinto". Per prima cosa uscirà da quell`intollerabile regime carcerario e in futuro... "chissà". Insomma avere rinunciato al garantismo che era tipico del programma di governo del Pdl, come lo erano le riforme Villa giustizia sempre enunciate e mai portate avanti, il tutto per una sosta di malintesa soggezione psicologica al forcaiolismo di sinistra, ha portato i tecnici dei governi Berlusconi a ritenere che la vendetta dello stato contro boss ormai caduti in disgrazia e senza più potere, come fatalmente diventano tali quelli catturati dalle forze dell`ordine e dalla magistratura (non dai governi, ndr), fosse una specie di medaglia da cucirsi sul petto`in un`altra olimpiade veramente poco nobile: quella dei professionismo anti mafia. Chi non ricorda le dichiarazioni in materia dell`ex presidente dell`antimafia parlamentare Roberto Centaro, all`epoca di Forza Italia, che faceva a gara con i vari Violante e Caselli ad apparire in tv e a rivendicare la propria intransigenza sul 41 bis? Il 41 bis nella lotta alla mafia ha fatto ben poco anche se è ovvio che per i boss come Riina e Provenzano andassero prese misure efficaci. Quando fu preso John Gotti a New York, ad esempio, venne messo in un regime carcerario pressochè uguale a quello degli altri detenuti ma gli venne imbottita per anni la cella di microspie. Così i padrini che lo andavano a ossequiare si sentivano sicuri e parlavano, parlavano, parlavano. E fuori l`Fbi sgominava i loro clan. Oramai in America Cosa Nostra siciliana è un pezzo da museo, mentre da noi in Italia con il 41 bis fioriscono sì pentiti che parlano a rate o a gettone e attaccano l`asino dove vogliono certi pm, ma sono ì boss che stanno fuori a comandare. Per quelli reclusi, oggi come oggi, è già tanto se l`organizzazione dà da mangiare alle famiglie. La lotta alla mafia va perciò fatta con intelligenza non con l`ostentazione televisiva cui ci hanno abituato i politici negli ultimi decenni. Sennò poi il serpente si morde la coda. E i pentiti del 41 bis oggi accusano il capo dei governo che stabilizzando quella norma ce li aveva messi pressoché a vita. Come a dire: "chi è causa dei suo mal pianga sé stesso".

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