Il logoramento da evitare

Dalla Rassegna stampa

Non è chiaro perché Pierluigi Bersani sia così contento dopo le parole di Napolitano a Parigi. A meno che il segretario del Pd non fosse tanto preoccupato per l'ipotesi di una cosiddetta «lista Monti» da sentirsi sollevato ora che questa possibilità è evaporata. Ma era mai esistita?

Diciamo che ci sono state pressioni e insistenze di vario genere, anche dal l'estero, per una candidatura diretta di Monti ma l'operazione non ha mai avuto grandi probabilità di prendere forma. Almeno non nella versione classica della «discesa in campo». Troppe incognite, troppe complicazioni per il leader di un governo «tecnico», un professore chiamato in un momento eccezionale e al quale si vorrebbe chiedere di trasformarsi dall'oggi al domani in un capo-partito.

Questo non vuol dire che Monti non abbia già oggi un profilo politico, dopo un anno in cui ha gestito una drammatica crisi nazionale. Ma trascinarlo in una contesa partitica a poche settimane dalle elezioni, usandolo come «testimonial» di qualche vecchio o nuovo gruppo, rischia di essere una manovra in cui gli svantaggi superano i vantaggi. Sotto questo aspetto il presidente della Repubblica è sembrato togliere dall'imbarazzo lo stesso Monti.

Perché i casi sono due. O si è in grado di costruire dal nulla e con estrema determinazione una forza politica capace di scompaginare gli equilibri consolidati: e non sembra questo il caso. Oppure è meglio continuare a servire le istituzioni nelle forme possibili. Monti è di sicuro più a suo agio nella seconda eventualità. E d'altra parte l'Italia ha bisogno che l'attuale premier continui a offrire, all'interno e all'estero, quella garanzia di credibilità che rappresenta il patrimonio più rilevante accumulato nell'ultimo anno.

In fondo Napolitano ha voluto dire questo. Non è poco, naturalmente. La sua è un'uscita inusuale, come è fuori dell'ordinario l'intera vicenda politica italiana. Ma il logoramento di Monti è un lusso che il Paese non può permettersi e il rischio era proprio questo: che il nome del presidente del Consiglio fosse sottoposto a un'usura insostenibile nel balletto mediatico della candidatura/non candidatura e del partito/non partito.

Il Quirinale ha voluto mettere il premier al riparo del logorìo. Il che naturalmente non impedisce alle forze politiche che lo vorranno di continuare a ispirarsi a Monti o di indicarlo come loro leader di riferimento. Lui e la sua famosa «agenda» programmatica. Lo spettro è ampio, dall'Udc di Casini al movimento di Montezemolo-Riccardi-Bonanni alla corrente europeista del Pdl (Alfano, Frattini, Lupi, Sacconi, Gelmini eccetera). Ognuno farà la sua partita e, come si dice, chi avrà più filo tesserà. Ma le scorciatoie non sono possibili perché troppi fattori sono in gioco.

Fra pochi mesi, anzi fra poche settimane, verrà a scadenza la legislatura, ci saranno le elezioni, il rinnovato Parlamento eleggerà il nuovo capo dello Stato e sarà quest'ultimo a conferire l'incarico di formare il governo (Napolitano è esplicito al riguardo). Che Monti possa essere il nuovo inquilino del Quirinale o invece un plausibile premier del dopo-voto nel segno dell'Europa, sono tutte illazioni legittime: ma allo stato delle cose solo illazioni. Tuttavia logorare Monti o sfruttarne il nome per corroborare manovre politiche non del tutto chiare nei loro contorni, questo non è consigliabile. Dal punto di vista di Bersani, peraltro, le parole di Napolitano lasciano la situazione com'era prima. Il dopo-voto richiederà, anche da parte della sinistra, un eccezionale senso di responsabilità.

 

© 2012 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano Salutiamo che per la prima volta un presidente del Consiglio parli di "referendum act", come ha fatto oggi Matteo Renzi: cioè di una proposta complessiva di riforma dell'istituto...
 Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e del tesoriere Michele Capano   Solo superando le norme "medievali" che ostacolano la raccolta delle firme, la riforma costituzionale amplierà la partecipazione popolare come afferma il presidente...
"Di fronte a un flusso di migranti ormai costante da oltre due anni, le istituzioni e il territorio milanesi hanno deciso di intervenire tempestivamente per assicurare un'accoglienza dignitosa a migliaia di persone e garantire al tempo stesso una gestione ordinata all'intera città" così il...