Lite in Regione sulle firme false. Gli azzurri: «Carte in regola»

Il Pd contesta in aula, i Radicali manifestano alla porta. Continua la campagna dell'opposizione contro Roberto Formigoni, considerato dal centrosinistra (ma assolutamente non dai pm) il "mandante morale" delle irregolarità che i magistrati hanno contestato a 14 esponenti berlusconiani nella stesura delle liste alle regionali 2010.
Per l'ultimo show di fronte al Pirellone i Radicali hanno arruolato il "polpo Rob", enorme pupazzo raffigurante il governatore Roberto Formigoni, trasformato questa volta in una piovra dai tentacoli di pezza usati per firmare moduli con matite alte più di un metro e mezzo. Obiettivo della protesta, capeggiata da Marco Cappato, è il solito: chiedere le dimissioni del presidente lombardo, che ha già fatto capire di non aver alcuna intenzione di lasciare per un'inchiesta che, per altro, non lo vede coinvolto se non indirettamente. «Si valuti la possibilità di contestare agli indagati il reato associativo», ha chiesto per l'ennesima volta Cappato, «è nell'ordine del possibile che fosse estraneo alla raccolta di firme, noi siamo garantisti, ma se ne deve andare perché ha mentito per 14 mesi sapendo di mentire e continuando, anzi, ad accusare noi di aver manomesso i moduli».
Il governatore, intanto, è tornato ad attaccare a sua volta i Radicali, accusati di «non accettare i verdetti della magistratura». La ragione: «Già quattro volte, il Tar prima e il Consiglio di Stato poi, ci hanno dato ragione. In termini sportivi, 4-0 per noi. Adesso c'è un'altra indagine in corso, i Radicali rispettino e lascino lavorare la magistratura e quando quest'ultima avrà investigato le ragioni dell'accusa e della difesa, emetterà il suo verdetto e sarà il 5».
Anche all'interno del Consiglio regionale, intanto, il caso delle firme false teneva banco. Il capogruppo del Pd, Luca Gaffuri, ha chiesto ufficialmente che Formigoni riferisca di fronte all'aula per quanto successo. «Dopo la notizia che ci sono degli indagati», ha attaccato il piddino, «ci saremmo aspettati un suo resoconto qui, senza apprendere il suo pensiero dai mezzi di informazione. La democrazia implica il rispetto delle regole e non vale invocare il principio di maggioranza».
Formigoni, per la verità, si era anche presentato in aula, ma si era dovuto assentare anche a causa del ritardo con cui sono iniziati i lavori. A nome della giunta ha quindi replicato l'assessore Romano Colozzi. «Non avevamo bisogno di questo intervento per avere conferma dell'evoluzione giustizialista del vostro partito», ha detto a Gaffuri. «Noi abbiamo tutte le carte in regola».
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