L'Iran sfida gli Usa con un missile

Sono ormai quotidiane le novità nel braccio di ferro tra l'Iran e l'Occidente capeggiato dagli Stati Uniti. Ma oggi, dopo l'annuncio delle nuove sanzioni economiche di Washington, Teheran ha messo sul piatto non solo parole ma anche fatti. Senza conseguenze immediate, è vero, ma certamente tali da creare ulteriori tensioni e preoccupazioni.
Due le «sfide» di cui la Repubblica islamica d'Iran ha dato notizia: il lancio di un missile a media gittata vicino allo strategico stretto di Hormuz e l'utilizzo, per alimentare il reattore di ricerca nucleare di Teheran, di una barra di uranio per la prima volta arricchito proprio in Iran. Una dimostrazione di forza fatta nel momento in cui i Paesi occidentali accentuano la pressione sul Paese degli ayatollah, accusato - malgrado le continue smentite - di voler fabbricare la bomba atomica usando il pretesto di un programma nucleare con finalità civili.
Il missile terra-aria a media gittata è stato lanciato ieri - ha fatto sapere l'agenzia ufficiale Ima - durante le manovre navali in corso da nove giorni intorno allo stretto di Hormuz, canale che collega il Golfo Persico al Mare Arabico (vi transita quasi il 40% del traffico marittimo mondiale di petrolio) e che Teheran ha minacciato di bloccare in caso di nuove sanzioni. Il missile «ideato e costruito» in Iran - ha spiegato il portavoce delle manovre navali Mahmoud Mousavi - «è dotato della più recente tecnologia volta a colpire obiettivi «invisibili» e sistemi intelligenti che provano a interromperne la traiettoria».
Le manovre navali si concluderanno oggi, ha aggiunto Mousavi, con un'esercitazione destinata a testare la capacità iraniana di chiudere lo stretto: «Gran parte delle nostre unità navali si posizionerà in modo tale da rendere impossibile, se Teheran lo riterrà necessario, il transito a qualunque nave». Gli Usa hanno già definito «irrazionale» un'ipotesi di questo genere la cui attuazione, hanno minacciato, «non sarà tollerata».
La seconda sfida iraniana è stata resa nota nel pomeriggio: l'Agenzia iraniana dell'energia atomica ha comunicato di aver «introdotto nel cuore del reattore di ricerca nucleare di Teheran per verificarne il buon funzionamento» una barra di combustibile nucleare per la prima volta prodotto in Iran. Il test «ha avuto successo».
Proprio sabato sera il presidente americano Barack Obama aveva promulgato una legge che rafforza le sanzioni finanziarie contro l'Iran, soprattutto contro la Banca Centrale. L'effetto immediato è stato il crollo del valore del rial: il tasso ufficiale di cambio con il dollaro è passato da 11.000 a 16.000 rial. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato costretto a una dichiarazione pubblica. La Banca centrale iraniana reagirà «con forza», ha detto. Può fronteggiare, ha aggiunto il presidente «le pressioni dei nemici» e «deve, con forza e fiducia, essere talmente solida da vanificare tutti i complotti nemici».
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