L`Iran (paradossale) candidato al consiglio Onu dei diritti umani

Dalla Rassegna stampa

«Surreale», l`ha definita un diplomatico occidentale. È l`eventualità che da giugno l`Iran entri a
far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. L`organismo, per intenderci, che veglia sulla difesa dei diritti fondamentali nel mondo ed emette raccomandazioni in caso di violazioni.
Ma proprio oggi, a Ginevra, la Repubblica islamica sarà sottoposta a esame da parte dello stesso Consiglio per una verifica delle sue eventuali mancanze.
In Svizzera è già atterrata una vasta delegazione iraniana. Oggi gli emissari di Teheran esporranno i loro «progressi» in materia di diritti dell`uomo e quindi in un «dialogo interattivo» gli altri
Stati solleveranno questioni e faranno raccomandazioni.
Eppure, nonostante la violenta repressione in corso da mesi, seguita alle fraudolente elezioni dello scorso anno che hanno riconfermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, l`Iran ha buone chance di entrare a breve nel consesso dei «sorveglianti». A maggio infatti l`Assemblea generale dell`Onu voterà per il rinnovo di una quindicina di seggi in seno al Consiglio per i diritti umani, che conta 47 Paesi membri ripartiti in cinque gruppi regionali. A tutt`oggi, per i quattro posti a disposizione del gruppo asiatico, sono in lizza cinque candidati, fra cui l`Iran. Se uno solo degli altri concorrenti si ritirasse, Teheran sarebbe automaticamente eletta. E già si parla di pressioni sui quattro (Qatar, Malesia, Maldive e Thailandia) perché diano via libera agli iraniani. La loro elezione sarebbe non solo un paradosso, ma anche un notevole successo diplomatico per il regime degli
ayatollah nel pieno dello scontro sulla questione nucleare. E i due dossier sono sicuramente collegati. Perché è vero che Ahmadinejad agita la carta atomica anche per rafforzare una presa sul Paese
che si sta altrimenti incrinando. Ma è vero pure che, a fianco della minaccia di sanzioni, un`azione a favore della democratizzazione del Paese può sortire a lungo termine effetti ancora più virtuosi
sul piano della sicurezza internazionale. Il che ci riporta al discorso dei diritti umani e del loro rispetto.

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