L'inquisitore tedesco ammette "La Chiesa ha insabbiato per decenni i casi di pedofilia"

Dalla Rassegna stampa

 

L'inquisitore incaricato di far luce nello scandalo dei preti pedofili in Germania, il vescovo di Trevíri, Stephan Ackermann, ha ammesso che «la Chiesa cattolica» ha «insabbiato» per decenni i casi di abusi sessuali su minori limitandosi a trasferire da una diocesi all'altra i sacerdoti rei di questi crimini.
Per la Chiesa cattolica tedesca, quella di ieri è stata un'altra giornata nera. All'indomani del
monito lanciato dal vice presidente del Bundestag, il socialdemocratico Wolfgang Thierse, infatti, sono emersi nel Paese nuovi casi di violenze sessuali e maltrattamenti ai danni di minori commessi negli anni passati. Secondo Thierse, la credibilità della Chiesa è a rischio e le nuove denunce emerse ieri sembrano confermare la sua analisi. L'ammissione, fatta da monsignor
Ackermann si riferisce implicitamente anche al caso di Peter H., il prete con precedenti di abusi sessuali su minori al centro di un caso che per la prima volta ha sfiorato anche papa Benedetto XVI. Domenica scorsa il passato di prete pedofilo aveva raggiunto padre H. nella sua chiesa, dovei fedeli lo avevano duramente contestato. Ieri il religioso è stato sospeso con effetto immediato dall'arcivesco di Monaco di Baviera per aver violato il divieto di occuparsi di bimbi e per aver violato il divieto di occuparsi di bimbi e adolescenti. Nello stesso tempo, il suo diretto superiore, Josef Obermaier, ha rassegnato le dimissioni.
Il prete, 62 anni, condannato a 18 mesi di prigione nel 1986 per abusi su minori, era stato trasferito nell'80 dalla diocesi di Essen (Nord Reno-Westfalia) a quella di Monaco quando il Papa era arcivescovo del capoluogo bavarese e di Freising. Il sacerdote era stato accolto, «al solo scopo di farlo curare», aveva precisato nei giorni scorsi una nota della diocesi, ma l'allora vicario generale del capoluogo bavarese, mons. Gerhard Gruber, aveva deciso autonomamente di affidare al religioso un ruolo pastorale in una parrocchia, senza avvertire il suo superiore. Così, le violenze si erano ripetute e, per questo, il religioso era stato condannato.
Ieri, a parlare di quegli abusi, è stata una delle sue vittime, Wilfried Fesselmann. «Avevo undici
anni», ha raccontato alla Bild: «Dopo un campo estivo, il cappellano invitò i "bambini carini" a
dormire con lui nella casa parrocchiale», ha proseguito. Quella sera, ha ricordato, H. «mi diede un Bacardi con la Coca Cola, si tolse i pantaloni e mi costrinse a fare sesso orale». Il giovane trascorse la notte nella casa parrocchiale e «la mattina seguente - ha spiegato -, trovai un foglietto in cui c'era scritto: Per favore vai a casa e dimenticati di questo questo...».
Frattanto nuovi casi di violenze su minori sono emersi anche nel Baden-Wuerttemberg (Sud) e nella stessa Baviera. dove il convento benedettino di Sankt Ottijien ha reso noto che numerosi
monaci - nel frattempo deceduti hanno abusato sessualmente di ragazzi negli anni '60 ed ha chiesto alle vittime di farsi avanti. Nel Baden-Wuerttemberg, i sospetti si concentrano su due preti, uno dei quali è deceduto. L'altro, che oggi ha 80 anni, avrebbe abusato di almeno un bambino, tra gli anni '60 e '70. La vittima ha sporto denuncia di recente presso la Procura di Berlino.
Mentre le diocesi travolte dagli scandali abbracciano con sempre maggior decisione l'"operazione
trasparenza" chiesta da papa Ratzinger, il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha
denunciato ieri il tentativo di «qualcuno» di «minare la fiducia» nella Chiesa. tentativo destinato a fallire - dice - perché «la Chiesa ha con sé un aiuto speciale dall'alto».

 

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