L'incubo di Frattini

Dalla Rassegna stampa

Se Frattini ha una bestia nera questa è sicuramente il deputato radicale Matteo Mecacci. La scorsa settimana Mecacci gli ha rivolto un'interrogazione sul caso del libico Said Rashid, condannato nel 1986 a Milano all'ergastolo e nel frattempo diventato presidente delle ferrovie libiche. Rashid, alla presenza del sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, stipulò l'anno scorso un accordo con Fimeccanica. Ma che Mecacci fosse un osso duro, alla Farnesina lo hanno capito fin dall'inizio della legislatura, quando a suon di emendamenti (più di 6 mila) diede vita a un duro ostruzionismo contro il trattato con Gheddafi. Lo scorso 24 marzo, Mecacci ha chiesto addirittura le dimissioni di Frattini rinfacciandogli di aver detto che da Gheddafi erano arrivati segnali di democratizzazione. E ha paragonato il ministro al mitico Fonzie di "Happy days" che non riusciva mai a dire «ho sbagliato». Dopo dieci anni passati all'Onu, Mecacci è rientrato in Italia nel 2007: da allora non ha più dato tregua al titolare della Farnesina.

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