L'importanza di essere liberali

Le soluzioni che la politica italiana ed europea sembrano offrire in questo momento appaiono spesso inadeguate rispetto alla complessità dei problemi che ci sovrastano. Verrebbe voglia di gettare la spugna o di alzarsi dal tavolo per non giocare più a questo ulteriore giro di poker illegale e per soli bari. Il riflesso sarebbe quello di andarsi a godere le cose semplici ma preziose della vita in una delle tante cittadine a misura d'uomo che il nostro Paese può vantare. Nei momenti difficili, a volte, per un istante, c'è chi pensa davvero di lasciar perdere tutto. Non è il mio caso. Ma è un riflesso che capisco, che comprendo, che ritengo umano.
Forse, potrei anche essere d'accordo se vi fosse in gioco soltanto la spartizione del Potere. Che non mi interessa e non mi appassiona. Ma in gioco c'è qualcosa di più grande di una poltrona o di un incarico o di un posto al sole. Qui è in gioco la Libertà, l'essere responsabili rispetto alle proprie scelte, l'essere speranza per se stessi e per gli altri, l'essere coscienti che la libertà si conquista giorno dopo giorno con una incommensurabile fatica, ma che si può perdere con enorme facilità. Se si guarda oltre il proprio naso o anche solamente dentro la propria coscienza, ci si accorge che le ingiustizie personali e collettive trasbordano ormai dal vaso e producono ovunque emarginazione, esclusione, violenza. Non è una questione di destra, centro o sinistra.
Le vecchie ideologie sono soltanto un retaggio passatista e diventano insignificanti se si pretende di usarle per leggere il presente e per costruire il futuro. Si tratta di vocaboli utili per leggere la storia e per comprendere il passato, ma non servono a spiegare la complessità del presente. In Italia e in Europa, manca la forza di innovare facendo leva sulla migliore memoria del pensiero liberale e della cultura umanistica e scientifica. Oggi, la difficoltà dei riformatori non sta soltanto nell'immaginare e delineare un progetto politico all'altezza del tempo in cui viviamo e delle sfide che ci attendono, ma soprattutto nel trovare un progetto che abbia la forza di realizzare davvero ciò che si è immaginato e che, a questo punto, appare necessario. Le spinte provenienti dalle nuove generazioni devono portarci a rinnovare le idee liberali e democratiche e a liberarci dalle vecchie logiche partitocratiche evitando, allo stesso tempo, di chiuderci dentro un pantheon senz'altro glorioso, ma che va onorato con la creatività, la serietà e la forza di idee innovative. Altro che "Nuovo Ulivo"!
Del resto, il pensiero liberale è una filosofia che non può dirsi mai compiuta. E in virtù di tale incompiutezza il liberale deve, perciò, continuare sempre nella sua ricerca, procedere con i suoi fallimenti e le sue correzioni, avanzare nuove proposte. Lo sforzo più difficile che una classe dirigente all'altezza di questo nome dovrà necessariamente affrontare è, quindi, quello di un Risorgimento per la Riforma liberale, con la R maiuscola. Si tratta, in altre parole, di lanciare l'idea di una "Costituente Liberale", libertaria e democratica, che non guardi alle vecchie posizioni di destra, sinistra e centro, ma coinvolga i singoli individui, le persone, i cittadini, da qualunque schieramento essi provengano, e che si riconoscano nei principi liberali, nel metodo liberale, nella democrazia liberale. A tal proposito, dal 29 ottobre al 1 novembre prossimi si terrà a Chianciano il Congresso nazionale di Radicali Italiani.
Mi piacerebbe che la questione da me posta finisse sul tavolo del dibattito congressuale perché riguarda ciascuno di noi e ci investe, ci carica di una responsabilità che non possiamo scansare: qual è il patrimonio su cui i Radicali di Marco Pannella e di Emma Bonino possono contare per giungere ad aprire una breccia all'interno del Sessantennio partitocratico? Non certo il denaro e gli averi, non il Potere né "la roba", ma la ricchezza di cui parlo sta nel più duraturo patrimonio liberale e democratico, libertario e riformatore, laico e socialista che un soggetto politico possa vantare oggi nel nostro Paese. Non credo proprio che il nostro Paese e i Radicali possano prendersi il lusso, in questo momento, di disperdere un tale patrimonio inseguendo l'agenda partitocratica di progetti logori e stantii. Soltanto chi ha una storia liberale e libertaria credibile può tentare di realizzare una novità dirompente.
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