L'Idv porta in Cassazione più di due milioni di firme

Due milioni e 200 mila firme per dire tre no convinti: alla privatizzazione dell'acqua, al legittimo impedimento e al ritorno dell'energia nucleare. A bordo di cinque furgoncini bianchi, tappezzati da manifesti, i militanti dell'Italia dei Valori, assieme al leader Antonio Di Pietro, hanno consegnato in Cassazione le firme per ottenere i tre referendum. Ora i documenti passeranno al vaglio della Suprema Corte che dovrà verificare e certificare il raggiungimento del quorum, fissato a 500 mila. Sono più di 800 mila le firme, raccolte in giro per l'Italia dallo scorso 1 maggio, contro la norma che salva premier e ministri dai processi che tante polemiche ha generato: il cosiddetto legittimo impedimento. «Il caso Brancher ha fatto da traino perché i cittadini - ha spiegato il senatore Stefano Pedica - hanno perfettamente capito le conseguenze di questa legge ingiusta». Circa 750 mila, invece, sono le firme raccolte per l'acqua e 740 mila quelle per chiedere il referendum sul nucleare. In tutto 350 scatoloni scaricati a braccia dai parlamentari e dai sostenitori della raccolta che non hanno nascosto il loro entusiasmo per la conquista dell'obiettivo. Dopo un piccolo diverbio con le forze dell'ordine che volevano effettuare le operazioni di scarico nei sotterranei del "Palazzaccio", Antonio Di Pietro ha chiesto e ottenuto che l'operazione avvenisse all'aperto, alla luce del sole. «Qui ci sono due milioni e 200 mila cittadini - ha detto - che meritano rispetto e non meritano che si facciano le cose di nascosto». Poco dopo, però, il leader dell'Italia dei Valori ha commentato sul suo blog il raggiungimento dell'importante traguardo. «Abbiamo ritenuto un nostro preciso dovere impegnarci per contrastare alcune nefandezze di questo governo come privatizzazione dell'acqua, legittimo impedimento, ritorno al nucleare - ha scritto Di Pietro sul web - abbiamo posto fiducia nella capacità del partito di rispondere positivamente a questo impegno e abbiamo creduto nella risposta dei cittadini italiani». Intanto, proprio in tema di privatizzazione dell'acqua che tante polemiche ha generato in Italia negli ultimi mesi, l'altra sera l' Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato per la prima volta il diritto all'acqua potabile e all'igiene come un «diritto universale dell'umanità». L'Onu ha annunciato in un comunicato che la risoluzione è stata approvata - con 122 voti a favore, nessun contrario e 41 astenuti, tra cui gli Stati Uniti. Gli usa, infatti, hanno ritenuto la decisione affrettata e - d'ostacolo al più articolato pro cesso normativo sul diritto all'acqua e all'igiene portato avanti dal Consiglio per i Diritti Umani con sede in Svizzera. Il diritto all'acqua era già incluso in alcune convenzioni sui diritti delle donne, dei bambini e dei disabili, ma mai era stato dichiarato dall'Onu un «diritto universale». - C.G.
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