Libia, ucciso ambasciatore Usa per film blasfemo

L'ambasciatore americano Chris Stevens e tre membri della delegazione diplomatica Usa in Libia sono stati uccisi questa notte al consolato statunitense a Bengasi. I manifestanti hanno attaccato il consolato per denunciare un film offensivo dell'Islam, intitolato «Innocence of Muslim» (L'innocenza dei musulmani), realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile. Il regista dopo i disordini al Cairo: «l'Islam è un cancro».
Il governo libico conferma la morte dell'ambasciatore Usa in Libia, Chris Stevens e altri tre funzionari nell'attacco di ieri a Bengasi. La conferma arriva dal vicepremier Mustafa Abushagur e dal viceministro dell'interno Wanis al-Charef.
L'ambasciatore americano e tre membri della delegazione diplomatica Usa sono stati uccisi quando nella notte numerosi manifestanti armati hanno attaccato con granate e armi da fuoco il consolato di Bengasi, nell'est della Libia, per denunciare un film offensivo dell'Islam. Stevens, sarebbe morto per asfissia a causa di un incendio scoppiato nel consolato, secondo quanto riportato dall'emittente al jazeera citando le forze di sicurezza.
Secondo un'altra versione, quella dell'agenzia Reuters, che cita una fonte libica, l'ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l'assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo. In precedenza un altro funzionario del consolato a Bengasi era rimasto ucciso nell'attacco alla rappresentanza diplomatica. La fonte libica ha aggiunto che l'ambasciata statunitense ha inviato un aereo militare per trasportare i corpi a Tripoli e poi riportarli in Usa.
Secondo il Wall Street Journal, il film all'origine delle violenze si intitola «Innocence of Muslim» (L'innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «l'Islam è un cancro».
Il lungometraggio ha ricevuto il sostegno del controverso pastore americano Terry Jones, noto per avere bruciato in passato alcune copie del Corano.
Il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha dichiarato che Washington sta lavorando assieme ad altri Paesi per proteggere le sue missioni diplomatiche dopo le violenze che si sono verificate anche nella capitale egiziona Il Cairo nel giorno dell'11 settembre.
Il segretario di Stato ha detto di aver avuto un colloquio con il presidente dell'Assemblea nazionale libica, Mohamed al-Megaryef, per accrescere la protezione degli americani che si trovano in Libia.
Confermando la morte di un funzionario Usa, Hillary Clinton ha affermato: «Gli Stati Uniti deplorano ogni deliberato tentativo di denigrare il credo altrui. Il nostro impegno in favore della tolleranza religiosa risale alle origini stesse della nostra nazione. Ma una cosa è chiara: non potremmo mai giustificare atti di questa natura».
Il Congresso generale nazionale libico, la più alta autorità politica del paese, ha espresso in un comunicato la sua «indignazione» e «condanna nei termini più duri» di questo attacco «criminale» che ha portato «alla morte e al ferimento di un certo numero di persone». Il Congresso libico ha annunciato l'apertura di un'inchiesta e il suo presidente, Youssed al Megaryef ha chiesto una riunione d'urgenza con il governo di Abdelrahim al Kib.
Il regista israeliano autore del film che ha scatenato la rabbia di manifestanti ultraconservatori al Cairo e a Bengasi, in Libia, si è nascosto in un luogo segreto. Parlando al telefono con l'agenzia Associated Press da una località sconosciuta, il regista Sam Bacile ha ripetuto che «l'islam è un cancro» e che il suo film è una provocazione politica di condanna alla religione musulmana. Bacile, immobiliarista in California 56enne e che si presenta come un ebreo israeliano, ritiene che il suo film aiuterà la sua terra d'origine nel mettere in luce le colpe dell'Islam.
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