Libia: mozione unitaria atto di buon senso

Il fatto che la maggioranza abbia presentato una mozione unitaria sulla Libia, nell'interesse del Paese e conscia del delicato momento internazionale che stiamo attraversando, è la migliore risposta ad un'opposizione inconcludente che non va al di là dei soliti attacchi strumentali al Governo e alla coalizione che lo sostiene. Al di là delle mozioni che verranno approvate in Parlamento, più in generale è possibile fare delle riflessioni.
In primo luogo per ribadire che non accettiamo lezioni di "coerenza" politica da chi sulla politica estera ha sempre collezionato magre figure. Lo stesso dibattito sulla Libia, che ha visto le diversi componenti dell'opposizione procedere in ordine sparso con le loro mozioni, la dice lunga sulla capacità di sintesi di parti che rimangono diametralmente opposte. Se ci sarà una posizione comune delle opposizioni, ciò avverrà più per contrastare la maggioranza che non per un scelta convinta.
D'altra parte se ci fosse stata la sinistra a Palazzo Chigi l'unica certezza è che ci saremmo ritrovati con la solita Torre di Babele a parlare per il Paese, e questo sarebbe stato del tutto incomprensibile per i nostri interlocutori internazionali. Dal pacifismo senza costrutto dell'Ido di Di Pietro all'invito ad andare avanti con le azioni di guerra del Pd di Bersani, sia pur ammorbidito nei toni dalla formula adottata nella mozione che "impegna il Governo a continuare nell'adottare ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezioni dei civili", passando per il cosiddetto Terzo Polo ma anche per la posizione individuale espressa dai radicali, l'unica cosa che accomuna queste forze politiche è dare addosso al Governo sempre e comunque.
La posizione della Lega Nord era e rimane la più equilibrata non limitandosi alla semplice accettazione dell'ineluttabilità dei bombardamenti per proteggere i civili libici ma tenendo conto delle ragioni di sicurezza del Paese, e dei suoi cittadini, come pure delle valide preoccupazioni legate all'impegno finanziario. Un aspetto che non va sottovalutato, tenuto conto della grave congiuntura internazionale e quindi dell'impossibilità per il Governo di assumere impegni indeterminati.
Infine, un'ultima riflessione riguarda i rapporti internazionali. La richiesta adottata nella mozione della maggioranza di impegnare il Governo, tra l'altro, a 'fissare in accordo con le organizzazioni internazionali e i Paesi alleati un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico", è forse il miglior modo per favorire quel dialogo tra le forze alleate che probabilmente non è stato ottimale nella prima fase della gestione della crisi e sul quale si può e si deve provare a rimediare.
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