Libertà di mercato e tutela dei consumatori

Il Governo ha avuto la fiducia sul Decreto Ronchi, che prevede la privatizzazione delle societa’ di pubblica utilita’. Roma votava senza discutere e, contestualmente, il Comune di Padova , le due piu’ importanti Local Utilities del Nord Est (ACEGAS-APS e HERA), i rappresentanti degli imprenditori e due studiosi di Nomisma e del CERM, riuniti dal Sindaco e Vice Presidente Anci Flavio Zanonato, analizzavano in un seminario, nel dettaglio, la proposta.
I Comuni e le Aziende del Nord Est non fanno barricate, proponendo un ragionamento che non si contrappone ideologicamente alla privatizzazione, pur criticando alcune sfumature del testo approvato.
Le critiche e le grida manzoniane sono, paradossalmente, di alcuni deputati che hanno votano la privatizzazione, salvo poi dichiarare apoditticamente “Giu’ le mani dall’Acqua”.
Cio’ che interessa, a percorso avviato,, non è discutere nel teatrino della politica di chi sia l’acqua, perche’ è un falso problema. L’acqua, la proprieta’ delle reti, il sistema idrico intero, insomma, rimarra’ in mano pubblica, senza dubbio.
Verra’ privatizzata la distribuzione: Comuni ed Enti Locali dovranno scendere sotto il 30% entro il 2015. Non per questo, forti del fatto che la rete rimarra’ di loro proprieta’, dovranno abdicare al ruolo di controllo sul servizio ed i prezzi
Val solo la pena ricordare che gia’ ora le tariffe dei servizi vengono fissate con contrattazione nazionale.
Dal seminario di Padova sono uscite proposte che fanno pensare, e che riteniamo possano essere condivise in maniera trasversale.
Il panel ha ampiamente convenuto, nella sua eterogenea composizione, che la privatizzazione di per se’ non sia fenomeno decisivo per raggiungere l’obiettivo del miglioramento dei servizi, e che sia invece importante valutare la qualita’ ed i costi degli stessi, piuttosto del chi siano i soci e se essi siano pubblici o meno.
Abbiamo peraltro convenuto che, effettivamente, mentre al nord il problema della razionalizzazione della gestione pubblica è limitato, al centro-sud ha ritardi importanti, cosa che in qualche modo giustifica la norma votata alla Camera.
Non vi è stata quindi una critica ideologica o di convenienza all’Art 15 del Decreto Ronchi, ma riflessione ed accettazione di questa nuova realta’, anche da parte dei Sindaci presenti, con alcune richieste migliorative.
I relatori, tra i quali gli studiosi di Nomisma e del CERM, e tutti gli ospiti hanno convenuto che la parola chiave per migliorare l’efficienza dei servizi, i prezzi, la struttura stessa dei servizi di utilita’ pubblica sia “Liberalizzazione”. Il Decreto Ronchi per questo dice davvero poco, o nulla.
Ho evidenziato, sostenuto dal parere di molti ed in particolare di Massimo Carraro, che la criticita’ maggiore sia il nodo delle Autorita’ centrali, e l’assoluta mancanza di riferimenti ad una seria politica di tutela dei Consumatori, interventi che devono necessariamente essere compiuti prima dell’entrata in vigore del decreto Ronchi.
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