Libero Stato. Libera Chiesa. Libero Voto

Dalla Rassegna stampa

Dopo avere chiesto un voto per la vita e contro l'aborto, che a tutti è sembrato un monito agli elettori del Lazio chiamati a scegliere tra Polverini e un'esponente storica dei radicali italiani, a nome dei vescovi liguri è stato proprio monsignor Bagnasco, ieri, a chiarire meglio il suo pensiero. Un chiarimento che, data l'autorevolezza della fonte, è suonato anche come una precisazione sui valori che i cattolici dovranno tenere presenti quando saranno nell'urna.
La nota dei vescovi liguri specifica infatti che ivalori legati alla bioetica e alla difesa della vita non possono essere divisi, nella valutazione dei cattolici in vista delle prossime elezioni regionali, da quelli relativi ad aspetti sociali come l'accoglienza agli immigrati, il diritto alla casa e al
lavoro. «Sì tratta - prosegue la nota di valori chiaramente e ripetutamente ribaditi dal magistero conciliare, postconciliare e pontificio e che possono essere sinteticamente richiamati: fra tutti, il rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; la tutela e il sostegno della famiglia». Ma anche: il diritto di libertà religiosa, la libertà della cultura e dell'educazione. E
quindi il diritto al lavoro e alla casa; l'accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; la promozione della giustizia e della pace; la salvaguardia del creato». Per i vescovi italiani, oltretutto, non c'è nessuna contraddizione rispetto alla prolusione "politica" di Bagnasco di due giorni fa: il rispetto della vita contempera infatti anche la solidarietà sociale. Non a caso, proprio ieri, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo alla presentazione del rapporto "Famiglia 2009" del Cisf, il centro studi di Famiglia cristiana ha spiegato, sin dalle prime battute del suo intervento, che con il mondo cattolico il dialogo non può essere a singhiozzo, prendendo quel che fa comodo e scartando il resto. Parole pronunciate in un contesto ben definito, alla presenza di Luigi Campiglio, prorettore dell'Università del Sacro Cuore e dello stesso direttore del più diffuso settimanale cattolico, Antonio Sciortino.
Un dialogo, è il senso dell'intervento di Fini, che non può essere strumentalizzato. La linea continua a essere quella di guardare avanti, pensare ai traguardi futuri, approfondire le
questioni senza slogan e dare una risposta ai problemi pratici. «Come si fa a non capire - ha detto Fini - che ci vuole una cittadinanza celere per i bambini immigrati, per chi nasce qui o per chi arriva qui piccolissimo?».
E' su basi come queste che la Chiesa diventa interlocutore in un confronto in grado di superare il vecchio schema laici-cattolici.

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