"Liberi di" ma il cappio si stringe

Esistono ancora partiti d’opposizione? Tra chi scrive libri, giornali, o fa internet, cinema, teatro, opera, si comincia a dubitarne. Arriva notizia che dalla giunta regionale emiliana esce il bravo assessore alla cultura Alberto Ronchi per far posto ad altro altrettanto bravo, si spera, Massimo Mezzetti, il cui esordio lascia tuttavia di sasso: « Mi dispiace per Alberto, contro di lui nessuna guerra, ma anche noi vendoliani avevamo diritto a un posto...».
Cioè tutto come prima, peggio di prima: «Accorducci di bottega», li definisce il Corriere della Sera, dove vendoliani o pidini non sfigurano di fronte a mastelliani, rifondaroli, diniani della passata Unione di Prodi.
Nel frattempo, la destra stringe il cappio al collo della cultura (oltre al bavaglio delle intercettazioni proibite): alla consegna dei David di Donatello, qualcuno ha denunciato che «i rifiuti dell’esecutivo vanno oltre le congiunture del momento, sono un evidente disprezzo verso il cinema e l’intera cultura italiana»,
scrive l’Unità: che già domenica aveva dato una pagina a Goffredo Fofi per una filippica contro il siluro a Ronchi: «Avanti così, cara sinistra, in attesa di vedere sventolare anche in Piazza Maggiore i vessilli della Lega». Insomma, cultura fra due patiboli: la forca della destra e l’harakiri della sinistra. Così la cerimonia
dei David 2010 è stata coperta dall’ombra lunga del supplizio: l’attacco a Saviano per Gomorra-La Piovra, a Serena Dandini per Parla con me, l’ineffabile coppia Bondi-Brunetta contro i fannulloni dell’arte. Medusa e Mediaset, entrambe del premier, non osarono censurare nelle sale l’indigesto Caimano, però «non solo Il Caimano non va in onda, ma Il Divo di Sorrentino non è neppure stato acquistato da una tv italiana». E che ci stanno a fare Galimberti e Zavoli al servizio pubblico e alla Vigilanza?
«Nel paese è un clima culturale drammatico - dice Emma Bonino, commentando col Riformista il Life Day, l’imminente offensiva di clericali e governatori vandeani non contro la pedofilia ma contro la 194 -: in Rai
coesistono due modelli ipocriti, la famiglia tradizionale e la libertà dei giovani intesa come spogliarsi». Articol 21.it, dopo aver cantato l’epicedio del Cafe di Corradino Mineo (anche l’Usigrai dorme), informa che è stata stilata dal governo e consegnata ai giustizieri di viale Mazzini l’elenco dei finiani da cancellare: Penna, Malgeri, Briguglio, Granata, Napoli, Bocchino ecc.; e annuncia di poter parlare a Fini «per informarlo dettagliatamente di quanto si sta tramando in Rai e del piano predisposto per passare dall’oscuramento al pestaggio mediatico». Chissà se a Pd, Udc, Idv,
Vigilanza interessa qualcosa?
Cioè tutto come prima, peggio di prima: «Accorducci di bottega», li definisce il Corriere della Sera, dove vendoliani o pidini non sfigurano di fronte a mastelliani, rifondaroli, diniani della passata Unione di Prodi.
Nel frattempo, la destra stringe il cappio al collo della cultura (oltre al bavaglio delle intercettazioni proibite): alla consegna dei David di Donatello, qualcuno ha denunciato che «i rifiuti dell’esecutivo vanno oltre le congiunture del momento, sono un evidente disprezzo verso il cinema e l’intera cultura italiana»,
scrive l’Unità: che già domenica aveva dato una pagina a Goffredo Fofi per una filippica contro il siluro a Ronchi: «Avanti così, cara sinistra, in attesa di vedere sventolare anche in Piazza Maggiore i vessilli della Lega». Insomma, cultura fra due patiboli: la forca della destra e l’harakiri della sinistra. Così la cerimonia
dei David 2010 è stata coperta dall’ombra lunga del supplizio: l’attacco a Saviano per Gomorra-La Piovra, a Serena Dandini per Parla con me, l’ineffabile coppia Bondi-Brunetta contro i fannulloni dell’arte. Medusa e Mediaset, entrambe del premier, non osarono censurare nelle sale l’indigesto Caimano, però «non solo Il Caimano non va in onda, ma Il Divo di Sorrentino non è neppure stato acquistato da una tv italiana». E che ci stanno a fare Galimberti e Zavoli al servizio pubblico e alla Vigilanza?
«Nel paese è un clima culturale drammatico - dice Emma Bonino, commentando col Riformista il Life Day, l’imminente offensiva di clericali e governatori vandeani non contro la pedofilia ma contro la 194 -: in Rai
coesistono due modelli ipocriti, la famiglia tradizionale e la libertà dei giovani intesa come spogliarsi». Articol 21.it, dopo aver cantato l’epicedio del Cafe di Corradino Mineo (anche l’Usigrai dorme), informa che è stata stilata dal governo e consegnata ai giustizieri di viale Mazzini l’elenco dei finiani da cancellare: Penna, Malgeri, Briguglio, Granata, Napoli, Bocchino ecc.; e annuncia di poter parlare a Fini «per informarlo dettagliatamente di quanto si sta tramando in Rai e del piano predisposto per passare dall’oscuramento al pestaggio mediatico». Chissà se a Pd, Udc, Idv,
Vigilanza interessa qualcosa?
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