Liberali che scrivono sull’acqua

Dalla Rassegna stampa

Parte una nuova stagione referendaria. Quando la parola torna al popolo sovrano, soprattutto su temi cruciali come l’energia nucleare e l’acqua, la democrazia guadagna punti. Ma tra i quesiti appena approvati dalla Corte costituzionale c’è una qualche differenza. Sul fronte dell’atomo la divisione tra gli schieramenti è assai netta: di qua è bianco, di là è nero. Sul fronte idrico la questione è più complessa: c’è una zona grigia, che merita di essere esplorata. Intanto, c’è un verità teorica, che vuole l’acqua come «bene pubblico», assoluto e irrinunciabile. E c’è anche una realtà pratica, che vuole l’acqua pubblica mal gestita, se è vero che sulla rete idrica nazionale si disperde quasi il 50% della risorsa complessiva.
Ma c’è poi un altro aspetto, tutt’altro che trascurabile. Il quesito numero 149 autorizzato dalla Consulta non riguarda solo il servizio di acquedotto e di erogazione dell’acqua di rubinetto, ma anche tutti gli altri servizi pubblici locali «di rilevanza economica». Questo significa che, se al referendum della prossima primavera vincessero i sì all’abrogazione della riforma Fitto varata nel settembre 2009, si bloccherebbero definitivamente anche le privatizzazioni e le liberalizzazioni anche di bus, metropolitane, raccolta dei rifiuti, impianti di depurazione e reti fognarie. Così salterebbe anche l’unica, parziale apertura al mercato compiuta da una maggioranza di falsi liberisti, che in realtà si sono comportati come i peggiori statalisti. Possiamo dubitare dei privati, e sospettare che la gestione di questi servizi, nelle mani di chi guarda solo al profitto, sia pericolosa. Ma se guardiamo a Roma, dovremmo esser disposti ad accettare il rischio. Cosa ci può essere di peggio, rispetto alla schifosa Parentopoli iper-familista e post-fascista patrocinata da Alemanno e fiorita nel parco delle municipalizzate? «Aggiungi un posto all’Atac»: se vi è piaciuto lo spettacolo, votate sì al referendum. Ma pensateci bene: non è meglio togliere il giocattolo, a questi irresponsabili che finora le liberalizzazioni le hanno scritte solo sull’acqua?

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