Lettere - La scomunica del Nobel

Cara "Liberazione", a Robert Edwards, pioniere della fecondazione assistita, è stato assegnato il Nobel per la medicina. I1 Vaticano ha espresso insoddisfazione per una scelta, che «ignora le ragioni dell'etica». La Chiesa cattolica è critica dal momento che la sua antropologia di riferimento non ammette scappatoie. L'etica tradizionale definisce in modo rigidissimo lo statuto ontologico dell'embrione umano, sicché le tecniche di procreazione medicalmente assistita appaiono più che altro come una forzatura rispetto alla naturalità dei processi.
La vita che nasce, la vita che finisce. C'è davvero una palese contraddizione nei pronunciamenti e negli orientamenti dei cattolici, che è stata puntualmente evidenziata dall'onorevole radicale Maria Antonietta Farina Coscioni: «Quando si tratta di nascere l'utilizzo della scienza e della tecnica è per la Chiesa considerato un abuso; al contrario chi vuole morire secondo natura deve prolungare la propria esistenza in un mare di sofferenza, perché non è un abuso utilizzare i progressi della scienza per allungare il tempo della morte». Eppure, "intaccare" artificialmente la vita terminale (magari imponendo al soggetto l'alimentazione artificiale) dovrebbe essere un arbitrio al pari della manipolazione della vita allo stato embrionale.
La vita che nasce. I politici del governo Berlusconi, ligi ai valori "non negoziabili", sono totalmente fuori strada. In Italia, il Nobel conferito al "padre" della provetta, ha riacceso la discussione sulla ingiusta legge 40. Il senatore Ignazio Marino giudiziosamente vorrebbe modificare una normativa infausta e illiberale. Il sottosegretario Eugenia Roccella, che confonde continuamente lo Stato laico con lo Stato etico, afferma incredibilmente che «la legge 40 è saggia e lungimirante».
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