Lettere - La riforma della giustizia si occuperà dei cittadini?

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, leggo la trionfalistica previsione del premier che la settimana prossima il consiglio dei ministri approverà il disegno di legge sulla riforma della giustizia (cui seguiranno le intercettazioni, dopo che il senato ha messo sul binario dell'impunità la legge retroattiva per il capo del governo). Nessuno di noi, penso, sarebbe contrario a una riforma della giustizia fondata sull'accorciamento dei tempi processuali, sull'effettiva parità in giudizio non solo dell'accusa e della difesa ma anche del ricco e del povero, sull'umanizzazione delle carceri (ascoltate qualche volta radiocarcere su Radio radicale?). Ma di tutto questo non sappiamo niente. Per ora, sappiamo solo che la "riforma" prevederebbe un attacco a fondo ai magistrati, spezzando il Csm in due, uno per i giudici e uno per i pm, le cui carriere verrebbero separate per trasformare i pm in funzionari di polizia, sottratti all'indipendenza che la Costituzione riconosce all'intero "ordine giuidiziario".
Isabella Rocca, Milano
 
Gentile signora, non ne sappiamo molto più di lei. Qualche sera fa il giudice Davigo, a suo tempo "dottor sottile"del pool Mani Pulite, oggi cauto e sempre acutissimo magistrato della Cassazione, ricordava su La7 alcune questioni attinenti al funzionamento attuale della giustizia, che noi cittadini comuni ignoriamo. Per esempio, che gli uomini politici non rispondono mai dei reati loro contestati, perché, abolita l'immunità parlamentare, essa è di fatto più viva che mai perché il parlamento non accoglie quasi mai le richieste della magistratura (vedi Cosentino o Lunardi): «quali che siano le prove a sostegno delle richieste».
Segno che la casta continua a proteggersi meglio di una corporazione medievale. Ma in Italia «non si fanno più processi per corruzione» anche perché i governi (di centrosinistra e di centrodestra) hanno rimosso dalle radici le norme che consentivano di individuare e perseguire quel reato: come l'abolizione del falso in bilancio. Quando si parla di eccesso di intervento giudiziario - constatava Davigo - «penso che nelle tabelle internazionali l'Italia risulta uno dei paesi più corrotti del mondo. Da 15 anni la principale attività della politica è consistita nel combattere non la corruzione ma chi perseguiva i corrotti».
Certo, c'è la lentezza dei processi: in proposito, si pensa sempre al «magistrato che va in vacanza». Ma le cause sono strutturali: a cominciare dal fatto che tutti si appellano perché, mal che vada, avranno la conferma della condanna: invece in Francia, dove la corte d'appello può infliggere una condanna più dura di quella di primo grado, si appella solo il 40 per cento degli imputati. Per non dire della Cassazione: in Usa (300 milioni di abitanti) la Corte suprema in un anno si occupa di mille processi, in Italia (60 milioni) di 100 mila.
La riforma della giustizia si occuperà di queste cose o solo di annientare l'ordine giudiziario in quanto «autonomo e indipendente da ogni altro potere»? Lei ci domanda se ascoltiamo radiocarcere. Molto spesso. Se l'ascoltasse il ministro Alfano (il quale dice: «In questa legislatura abbiamo seminato bene») a quest'ora il carcere di Padova pullulerebbe di poliziotti e magistrati inquirenti. Qualche sera fa, quella radio ha rimandato l'intervista fatta a fine settembre al detenuto Graziano Scialbi, morto il 14 ottobre per un tumore che lo ha tormentato più di un anno nell'indifferenza di medici e dirigenti. Per loro tutti i detenuti sono simulatori.
Solo alla fine la verità è stata riconosciuta e il malato ricoverato in ospedale. Di questi medici, degni colleghi dei ginecologi che litigano in sala parto mentre madri e figli muoiono, (ma di questo, alle venerande Polverini e Tarsia del Lazio, non frega niente, a loro frega solo sabotare la legge sui consultori pubblici), si occuperà la riforma della giustizia? O si limiterà a recepire la buffa convinzione berlusconiana che la sovranità sta sopra la legge comune, corri era prima che l'Illuminismo rendesse anche il principe uguale agli altri cittadini?

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