Lettere – Com'è sbagliato polemizzare con Veronesi

Caro Augias, con sgomento apprendo della polemica all'interno del PD perla candidatura del prof. Veronesi all'Agenzia per il Nucleare. Credo che osteggiare questa nomina sia un errore. Veronesi è stato ricercatore per tutta la vita, quindi ragiona come tale anziché come un politico che cerca essenzialmente voti. Conosce bene i rischi delle radiazioni visto che le ha anche utilizzate come terapia. Conoscere gli effetti nocivi dell'energia nucleare gli consente di essere lucido nelle discussioni, soprattutto con i politici della maggioranza che vogliono il nucleare a tutti i costi, con documentazioni forse incomplete. Scartare uno dei migliori cervelli del centro-sinistra quando si parla dei rischi dell'energia nucleare mi sembra una sciocchezza, senza contare che il professore ha chiarito che si dimetterebbe da senatore qualora divenisse membro dell'Agenzia per il Nucleare. Arturo Martinoli arturo.martinoli@alice.it
Ci sono alcune indispensabili premesse. L'energia nucleare è stata da noi scartata con apposito referendum sulla base della paura dopo il disastro di Chernobyl. Peraltro anche il finanziamento dei partiti, cacciato per referendum dalla porta, è rientrato dalla finestra sotto specie di rimborsi per spese elettorali. Energia abbondante come il mercato (e i nostri consumi) esigono, pulita, sicura e a buon mercato, non c'è o meglio non c'è più. Ogni fonte di energia è una possibile causa di disastri. Se il Golfo del Messico ne è il segnale più vistoso e drammatico, non dimentichiamo l'aria inquinata delle nostre città, lo smog invernale, le micro particelle inquinanti da combustibili esausti che respiriamo ogni giorno. Petrolio e gas provengono da alcune fra le zone più instabili del pianeta o sono nelle mani di Paesi che possono aprire o chiudere i rubinetti, stabilire un prezzo per un qualunque loro scopo. Secondo le previsioni di esperti gli Stati Uniti nel 2030 consumeranno il 45% di energia in più rispetto a oggi. Cina e India quantità probabilmente ancora più grandi. Pensare di soddisfare questa immensa domanda con i pannelli solari e i mulini a vento è un'ipotesi degna dei mulini a vento di Cervantes. D'altra parte mi scrive il dottor Roberto Ranalli (robran50@katamail.com) «sono abbastanza d'accordo con Veronesi quando dice che le centrali nucleari hanno oggi un rischio quasi vicino a zero, ma che ne facciamo delle scorie radioattive, date le incertezze politiche e sociali in cui vive il pianeta: terrorismo, criminalità, interessi economici, guerre?». Non ho né autorità né competenza per azzardare una risposta. Chiederei solo una discussione senza posizioni di tipo 'religioso'. E se il nucleare è davvero un rischio, meglio Veronesi a dirigerne l'agenzia che un qualsiasi politico di destra o di sinistra.
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