Lettera – Una nuova par condicio

Dalla Rassegna stampa

Le multe - dalla portata irrisoria se confrontate con i capitali di Rai e Mediaset - che l'Agcom ha comminato a Tg1 e Tg5 per la sovraesposizione del presidente del Consiglio nel bel mezzo della campagna elettorale, riportano in pruno piano l'annosa questione sull'utilità della legge sulla par condicio.

Una normativa in materia è necessaria. Stracciarla senza sostituirla significherebbe lasciare a Berlusconi la possibilità di furoreggiare tanto nelle sue tre reti televisive quanto in quelle del servizio pubblico. Dal momento che il Pdl osteggia l'attuale legge perché consente ai partiti più piccoli di avere lo stesso spazio dei partiti più grandi, i Radicali la osteggiano perché accusano di non essere mai invitati in alcun programma, il Pd la osteggia perché Berlusconi non la rispetta, l'Idv la osteggia sostenendo che l'Agcom non la fa rispettare, sarebbe quantomai utile modificarla.

Per come la vedo io, una legge realmente democratica non dovrebbe dare il medesimo spazio a tutti i partiti, siano essi al governo, all'opposizione o forze extraparlamentari ma, al contrario, permettere una visibilità inversamente proporzionale alla «forza» dei partiti stessi. Mi spiego: chi è al governo ha meno bisogno di fare campagna elettorale. Non deve né farsi conoscere, né tantomeno fare promesse: sono i fatti che parlano per questi partiti. Dunque, i partiti della maggioranza, nel sistema che ipotizzo, dovrebbero avere meno tempo di tutti gli altri. Seguirebbero quindi i partiti delle opposizioni. Infine, la parte del leone spetterebbe alle forze extraparlamentari e ai partiti appena nati. Solo apparendo in televisione queste forze hanno modo di farsi conoscere e di presentare le loro idee alternative rispetto a quelle dei partiti più grandi e più noti. È un sistema drastico, che sovvertirebbe quello attuale - che di fatto non permette ai piccoli di partecipare alla corsa in pari condizioni - ma sarebbe un sistema realmente democratico e pluralista.

avvocato praticante, 25 anni, Taggia (IM)

© 2011 La Stampa. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK