Lettera - Gli ultimi giorni della Lega

Dalla Rassegna stampa

Caro Furio Colombo, vorrei sottolineare che se gran parte del mondo giornalistico ha la responsabilità di avere fatto da banditore alle buffonate furfantesche e incostituzionali della Lega, gran parte del mondo politico ha quella di averle sfruttate o, quanto meno, lasciate passare come acqua fresca, mentre era acqua molto, molto torbida.

Renzo

Ringrazio e aggiungo: c'è un che di Repubblica di Salò negli ultimi giorni della Lega, a cominciare dall'idea di "fare pulizia" nel partito in cui i nuovi giustizieri hanno militato nel "prima" sotto accusa e continuano a militare nel "dopo" delle scope e della redenzione. C'è un che di Salò in quel bacio al duce di Gemonio che sta ber essere abbandonato.

La differenza è che il "gran consiglio" della Lega non si è spezzato lungo la linea della contrapposizione netta, accettata con un rischio altissimo, sulla politica fatta e da fare. Si è spezzata per una trappola preparata da alcuni di loro per rivelare malefatte comuni. Sta diventando sempre più evidente ("Il Fatto" lo ha documentato) che si tratta di un colpo di mano di Maroni che mentre bacia il capo, gli sta sfilando ciò che resta del partito. La Salò di Pontida non ha di fronte né gli americani né i partigiani. Solo gli elettori. Ma quanti di loro, dismesse le barbe verdi e le corna finte, andranno a votare Maroni dopo quel bacio?

Capisco D'Alema che dice "Bossi ha tutta la mia solidarietà". Non lo capisco quando, assieme a Bossi e a Maroni, e accettando di sostenere la loro visione xenofoba della immigrazione, ha portato quasi tutto il partito democratico a votare il "fraterno trattato con la grande Jamahiriya", proprietà privata del fuorilegge Gheddafi, votando i pattugliamenti congiunti nel Mediterraneo, con equipaggi misti (navi italiane, militari italiani e comando libico) per i delittuosi respingimenti in mare che hanno negato ogni diritto, e hanno provocato la morte in mare o la fine nelle prigioni libiche di migliaia e migliaia di disperati in fuga da guerre e tiranni, che credevano di trovare in Italia un Paese civile. Qui c'è un doppio delitto. Della Lega e di chi ha votato per la Lega (quasi tutto il Parlamento) con una rivolta guidata quasi solo dai Radicali e da pochi altri. Dunque Renzo Butazzi, autore della lettera, ha ragione.

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