Lettera - Tripolarismo all'amatriciana

Mentre la tv pubblica ci stordiva di Sanremo e l'italiano medio si cavava gli occhi su internet alla ricerca della farfallina di Belen, un patetico Cerbero si aggirava per i Palazzi, tra festicciole e rinnovata complicità. Sono stati visti spesso a braccetto, Alfano, Bersani e Casini, l'Abc della moderna partitocrazia: erano insieme all'Ambasciata italiana presso la santa sede, dove il 16 si è festeggiato (sic!) il Concordato tra Mussolini e il Vaticano; poi nei corridoi della Camera dei deputati, dove dichiaravano sorridenti e affaticati l'unisona volontà di riformare Costituzione e legge elettorale. Gira voce che A, B, e C stiano lavorando alacremente a una nuova prelibatezza gastropolitica: il tripolarismo all'amatriciana. Ora si tratta soltanto di togliere dall'antica ricetta alcuni ingredienti piccanti. Per non far impazzire la salsa cattolica, intanto, andrebbero banditi i cosiddetti "temi sensibili", che a noi ancora piace chiamare "diritti civili". Poi, per mantenere la cottura, occorrerà far chiudere alcuni giornali sinistri e limitare il numero di parlamentari, in modo che rimangano fuori perlomeno gli otto o nove difensori dei diritti sopracitati, detti anche Radicali. Tanto quelli sono già fuori, per strada, a gridare inascoltati la parola "laicità": ma quel suono somiglia al crepitio delle fiamme che ancora avvolgono Giordano Bruno, come ogni 17 febbraio, dal 1600.
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