Lettera - Società civile e malapolitica puzzano allo stesso modo

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, nella lettera di qualche giorno fa, "È meglio cambiare o non cambiare la casacca", sulla compravendita e sui trasferimenti dei parlamentari e di altri politici, non avete rilevato il primato del consiglio comunale di Napoli, dove 20 consiglieri sui 60 che lo compongono hanno cambiato casacca: in media, tre volte ciascuno in quest'ultima legislatura. La mancanza di fedeltà al mandato popolare, di cui il trasformismo dei parlamentari è prova, non vale anche per i consiglieri comunali, provinciali, regionali e per ogni altra carica elettiva? Il Mattino ha dedicato al caso un'intera pagina qualche giorno fa, riportando i nomi e le varie reincarnazioni di ciascun voltagabbana. I recordman, Pietro Mastranzo e Roberto De Masi, il primo con 8 cambi di casacca (Udc, Misto, Iniziativa popolare, Margherita, Pd, Udeur, Popolari per il Sud, Forza Italia), il secondo 7 casacche (Misto, Sdi, Misto, Pd, Misto, Udc, Fli). Perché i giornali non sono un po' più attenti al comportamento dei rappresentanti locali e regionali?
Alfredo Sinopoli, Caserta
Caro Sinopoli, lei ha ragione, l'attenzione a quanto avviene al centro della vita pubblica non
dovrebbe esimere i media dall'essere altrettanto attenti a quanto avviene nell'intero paese
("Capitale corrotta Nazione infetta", titolava tanti anni fa l'allora giovane Espresso). Per esempio,
non sapevo nulla del voltagabbanismo in consiglio comunale a Napoli, perché i giornali
nazionali ormai quasi non fanno più inchieste, al più si limitano a registrare i "botti" più
forti: che, in questi giorni, sono l'affittopoli e la parentopoli romane, l'affittopoli milanese
e il "firmigonismo" (ossia le firme false che sono state accettate dal tribunale di Milano per consentire la terza candidatura di Formigoni alla regione). Sul Fatto Quotidiano l'onorevole Marco Cappato ha pubblicato, ma a pagina 14, l'intera storia che da un anno lo vede coinvolto per far luce in quello scandalo e poter avere giustizia dal Palazzo di giustizia di Milano: che non ammise le firme autentiche ma insufficienti della lista Bonino, ma ammise le firme sufficienti ma false scritte dalla destra dopo l'inserimento della Nicole Minetti, ora accusata di reclutare giovani escort per Arcore, nel "borsino" del casto leader cattolico di Cl e Pdl. La stessa Minetti nega d'aver firmato.

C'è estrema lentezza in Italia anche nel sapere le notizie. Si può essere soddisfatti delle istituzioni se il procuratore della repubblica di Roma (ex "porto delle nebbie") apre un'inchiesta sul tentativo di corrompere il deputato del Pd Gino Bucchino, con offerta di ricandidatura e 150 mila euro in cambio del passaggio ai "Responsabili": cioè agli avanzi dei vari gruppi, disponibili a ridare a Berlusconi la maggioranza parlamentare che la secessione del Fli gli aveva pregiudicato. Bucchino dice di esser pronto a fare il nome del compratore al magistrato. È dunque dal magistrato che ci si aspettano i passi necessari, mentre la Santanché trionfante dice che la campagna acquisti ha raggiunto gli obbiettivi e d'ora in poi si possono fare acquisti più selettivi. Parlano dei parlamentari come delle materie prime nelle loro aziende. E come le materie prime, anche i deputati salgono e scendono di prezzo: l'aveva rivelato l'onorevole (almeno in questo) Calearo, poi sono venute le conferme.

Abbiamo sempre sostenuto che la società civile è peggiore della società politica (anche a Napoli, caro Sinopoli, dove la camorra è peggio del consiglio comunale voltagabbana, che del resto essa stessa elegge in parte significativa). E che i leader politici dell'opposizione sono incapaci di competere con Berlusconi sul terreno del cinismo: col risultato che se Di Pietro fa sapere a Razzi che non lo ricandiderà, perché c'è in corso un procedimento giudiziario contro di lui, il deputato italo-svizzero si trasformi da "valorista" in "responsabile". Forse doveva dirglielo a camere sciolte. La politica è questa, chi non è d'accordo, come noi, fa un altro mestiere. Chi la fa, deve adeguarsi alle regole. Basta non uccidere, non rubare, e trovare mezz'ora al giorno per leggere un classico e ripulirsi il cervello.

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