Lettera - Se nasce un'altra Dc nuoce non solo a Monti

Cara Europa, non so perché alcuni ministri del governo Monti, concepito per portarci fuori dalla tempesta finanziaria, si occupino di nuovi partiti da costruire, anzi da ricostruire visto che si tratta, almeno nell'opinione del ministro Riccardi, della Dc; o partito dei cattolici. Avremo anche un partito dei musulmani? Un partito dei protestanti? Un partito degli ebrei, magari quelli coi capelli untuosi a boccolotti e il cappello a larghe falde sulla palandrana nera? Mi domando se, non essendo l'Italia né Israele, né l'Iran, né l'Egitto ma parte integrante di un mondo occidentale che cerca di tenere a bada i suoi potenziali fondamentalisti, possa inoltrarsi nel terzo millennio ancora con un partito religioso, come fossimo al Medioevo o ai re "cattolicissimi".
Alberto Collina, Perugia
Caro Collina, la sua lettera echeggia vari accenni dei giornali di ieri: l'«Iperattivismo di alcuni ministri» che provoca malumori nel Pdl, come scrive il Corriere; «Israele, in migliaia contro gli ultrà religiosi», informa la Repubblica, raccontandoci che c'è anche la segregazione delle donne sui marciapiedi e negli autobus in quella che per decenni abbiamo considerato l'unica democrazia del Medio Oriente; «Un paradiso (fiscale) sulla terra», inchiesta del manifesto sulla ricchezza e sull'evasione delle gerarchie. Non è possibile parlare di tutto questo e d'altro in poche righe: le basti pensare che il bubbone d'Israele col suo decimo di abitanti invasati di fondamentalismo, rende più problematica per noi filoisraeliani la lotta per estendere l'Unione europea fino a quelle rive, come da sempre (e quasi da soli) sostengono Pannella e Bonino. Così come basti pensare quanto sia immorale, ma di difficile contestazione giuridica, il rifiuto della Chiesa di pagare le tasse in misura proporzionata, dopo che per due volte, in due concordati, lo stato ha accettato di mistificare il cavouriano «Libera Chiesa in libero stato» in Libera Chiesa. Libero stato? come ironizzava qualche anno fa il titolo di un libro di Sergio Romano. Quanto al problema più grosso, quello cioè dei ministri Riccardi e anche Passera, Ornaghi e altri, che arricchiscono l'impegno a uscire dalla tempesta all'impegno di fare un partito cattolico, secondo il verbo del cardinale Bagnasco, quel ch'è più triste è la monotonia con cui la storia si ripete. Infatti è questa la quarta volta in un secolo che si ripete l'operazione di mobilitare una forza cattolica per difendere gli interessi della Chiesa nello stato «indipendente e sovrano nel proprio ordine» (dice la Costituzione). Si cominciò, di fronte al «pericolo socialista», col patto Gentiloni-Giolitti del 1913, che consentiva agli elettori cattolici di uscire dal frigorifero dove li avevano rinserrati Pio IX e Leone XIII e di votare per candidati "liberali", «male minore» rispetto ai candidati socialisti. Poi, in vista del crollo postbellico dello stato liberale, lasciò che nascesse il Partito popolare; salvo arruffianarsi con l'Uomo della Provvidenza quando questi prevalse su liberali popolari e socialisti, fraternamente fratricidi anche di fronte al rischio dittatura. Abbattuto il dittatore dagli alleati della seconda guerra, la Chiesa aveva già pronto un nuovo strumento di controllo politico, la Democrazia cristiana, che cominciò a governare l'Italia molto bene; ma finì molto male, e prima che gli elettori si sbandassero c'era già pronto un altro Uomo della Provvidenza, con un altro fascio di ex dc, fascisti, secessionisti, rottami laici e ogni altro arnese buono a far numero. Oggi che anche il berlusconismo sta finendo, prima che a sanzionarlo siano gli elettori la Chiesa prepara per la quarta volta il suo partito, senza neanche il paravento laico di Sturzo e De Gasperi: appunto quello di Todi, o del cardinale Bagnasco. È quel che ha mandato in bestia i Cicchitto e i Gasparri, che si vedono fare il funerale prima ancora che per loro suoni la campana, e per di più da ministri officianti, che loro votano in parlamento. Ne rispettiamo (dei ministri) cultura, convinzioni ed entusiasmi; ma non hanno capito che i laici, se possono collaborare e addirittura lottare insieme alla Chiesa per alcuni problemi (come ha già detto Pannella a proposito delle carceri disumane), non sarebbero disponibili a cooperare con una nuova Democrazia cristiana, anche se Passera avesse qualità degasperiane, perché essa nascerebbe per mandato cardinalizio. E noi di Cardinal legati non ne vogliamo più, Legazione; e quelle che c'erano ai margini dello stato pontificio, furono liquidate dal Risorgimento.
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