Lettera - Sconti vietati per legge

Il Senato ha approvato all'unanimità, con la sola eccezione di due eroici radicali, una norma che vieta praticamente la libertà di mercato e di concorrenza per i libri. Il provvedimento, ora alla firma del Presidente della Repubblica, limita la possibilità di fare sconti sui prezzi di copertina al 15% per un solo mese l'anno, dicembre escluso anche nel caso di vendita per corrispondenza. Come mai questa intrusione del legislatore in un mercato che dovrebbe essere libero e concorrenziale? Forse con l'errato convincimento di voler proteggere i librai più piccoli? Sarebbe una motivazione errata. Perché il mercato dei libri dev'essere limitato? Non è questo il modo di tutelare il settore. Forse che i nostri politici hanno più la mentalità del bottegaio di una volta che del manager di oggi?
Aldo Mariconda
Venezia
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