Lettera - La rinascita del centrosinistra cominciata dalle primarie del 2005

Caro Direttore,
sulla «Stampa» di due giorni fa si leggeva un editoriale a firma Gualmini sulle primarie del Pd su cui vale la pena avanzare qualche osservazione. La prima chiama in causa le «storiche» primarie del 25 ottobre 2005, la seconda il tema dell’equilibrio tra le forze della coalizione di cui il Pd è la più forte e rappresentativa in termini di elettorato.
Sulle primarie del 2005, inizio di un percorso che consapevolmente fu intrapreso per arrivare a una meta più avanzata, è necessario porre un quesito prima che nella vulgata corrente si consolidi l’abitudine a riferirsi ad esse con aggettivi come «celebrative» o «incoronatorie», che ne sviliscono il valore e il significato storico. La domanda a cui dobbiamo rispondere è la seguente: come si spiega che a quelle primarie abbiano preso parte poco più di quattro milioni e trecentomila elettori essendo tra l’altro prive dell’appeal derivante dalla competitività interna? Solo perchè erano le prime? O perché invece si voleva davvero consegnare una grande forza e legittimazione al candidato Prodi? Quanto al secondo punto mettendo a confronto le attuali primarie con le precedenti l’intervento compie un esercizio utile anche se complesso. Si tratta di confrontare primarie di coalizione con primarie di partito svolte in momenti storici assai diversi e con un diverso grado di tensione politica. Se un errore viene compiuto in questa analisi è quello di non essere coerente con le sue stesse conclusioni. E’ corretto affermare che le primarie hanno un ruolo costituente/fondativo ma rispetto a questa affermazione l’autrice compie due errori. Sbaglia quando circoscrive all’interno del Pd il valore rigenerativo delle primarie.
Queste sono primarie di coalizione e il ruolo giocato da Vendola non può essere liquidato sulla base dei numeri. Vendola ha interpretato e portato nella competizione istanze e valori quanto mai attuali. Domenica non è nato solo il Pd ma è rinato il centrosinistra. Se questa analisi è condivisibile allora non si può liquidare come inutile passerella la primaria del 2005 che vide, come ricordato, oltre 4 milioni di cittadini partecipare alla costituzione di un’alleanza politica. I «prodiani» sanno, più di chiunque altro, che quell’alleanza, minata da una sciagurata legge elettorale, non ha retto compiutamente alla prova del governo ma sappiamo che, proprio come allora, in una democrazia matura è sbagliato, quando non pericoloso, lasciare fuori forze portatrici di importanti e vere istanze sociali. E’ il ruolo fondativo delle primarie, è la legittimazione che deriva dal voto popolare a far riconoscere a tanti il valore e l’utilità di questo strumento per tutto il Paese.
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