Lettera - Rigore, cominci chi ha di più

Se i tagli agli sprechi e ai privilegi delle caste; se soprattutto le liberalizzazioni ed i provvedimenti di riforma strutturale nei settori-chiave dell'economia; se i provvedimenti per la crescita sono di là da venire, allora ci si chiede il senso di un governo di salvezza nazionale e non il ricorso anticipato alle urne. All'ineludibile rigore, accompagnato da equità, urgono provvedimenti che liberino energie e aiutino lo sviluppo.
Tra i partiti quasi solo i Radicali da tempo sostengono proposte autenticamente riformatrici, per l'Italia quasi rivoluzionarie, in vari campi del vivere sociale e, va riconosciuto, ci sono parlamentari anche dell'Idv che premono per incisivi interventi volti a ridurre i costi esorbitanti della politica.
Altre formazioni politiche mi paiono a dir poco prudenti, se non apertamente ostili a ciò che andrebbe ad incidere su storture croniche del nostro sistema economico e politico caratterizzato da intrecci ambigui; interessi confliggenti; monopolismi e oligopolismi; partitocrazia, parentocrazia e pansindacalismo.
Se neppure questo governo saprà, vorrà o potrà incidere su tali mali endemici, se non ci riesce l'ex Commissario europeo distintosi per l'orientamento a favore delle liberalizzazioni, chi lo farà? Bersani o Alfano alle prossime elezioni?
Non si tratta di fare della demagogia qualunquistica, ma di mandare dei segnali forti e chiari volti a risanare i conti con rigore ed equità, a cominciare da chi possiede privilegi inaccettabili.
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